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Il voto degli Italiani all'Estero

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31 mag 2002Continua la polemica tra Lombardi e Zoratto: E’ la volta della risposta di Lomba

- ROMA - Il giorno 22 Italia Estera ha ripreso un articolo
del Prof. Riccardo Lombardi dal titolo:”Sul voto all’estero
far parlare i fatti”. Ieri abbiamo ospitato un commento di
Bruno Zoratto dal titolo “I Balilla boys”.
Oggi Lombardi risponde: Zoratto è un bravo ragazzo!!


Bruno Zoratto, rinomato trombone della Banda dei Bersaglieri all’estero, ci ha regalato uno dei suoi pezzi più spericolati, che l’hanno reso noto e ormai insostituibile nelle feste paesane dedicate agli emigrati.
Il frastuono è tale e le stonature sono tante che risulta difficile cogliere il filo della musica e interpretarne il motivo. Ma, vista l’abitudine che abbiamo fatto a queste ripetute e assordanti esibizioni, ci proviamo lo stesso, magari sorridendo un po’ e senza prenderle troppo sul serio.
Punto primo: la proposta di fare votare subito gli italiani all’estero per reintegrare il plenum della Camera che manca tuttora di dodici unità per le mafarelle elettorali di Forza Italia. Scippare centinaia di migliaia di elettori che hanno già esercitato il loro diritto di voto pone una questione di etica democratica e di correttezza costituzionale probabilmente insormontabile. La Camera si decida a sciogliere il nodo superando i veti incrociati e dando un’interpretazione sensata. Ma ammesso che qualcuno abbia le gambe per compiere anche queste acrobazie, pensare di reimbarcarsi in un’ulteriore riforma costituzionale, che ci porterebbe a ridosso della scadenza elettorale naturale, quando gli italiani all’estero potranno finalmente avere i loro rappresentanti in Parlamento, e distogliere l’attenzione dal vero, drammatico problema, che è quello delle disastrose condizioni dell’AIRE, significa – nella migliore delle ipotesi – fare del propagandismo allo stato liquido e rovesciarlo sulle spalle degli italiani all’estero.
Punto secondo: il Centro-Destra ha donato il voto all’estero approvando la legge ordinaria. La legge ordinaria è nella sostanza il disegno di legge che la Senatrice Prisco, con la collaborazione di quasi tutti i gruppi del Senato, aveva messo a punto alla fine della scorsa legislatura. Tremaglia non ha fatto altro che apporvi la sua firma all’inizio di questa legislatura. La legge, per altro, è stata approvata con un voto scontato e vastissimo, privo di qualsiasi elemento di drammaticità, che può avere indotto diversi senatori alle consuete distrazioni (e male hanno fatto…). Tuttavia, se oggi il voto c’è è perché durante la precedente legislatura di Centro-Sinistra, si sono dovuti superare momenti delicatissimi, quali le doppie letture con voto qualificato per riformare ben tre articoli della Costituzione. Come mai si misura il cammino contando solo l’ultimo metro e trascurando l’intero percorso ? Si vede che il nostro simpatico trombone è abituato a leggere la musica su uno spartito che porta solo le pagine a destra e dal quale sono state strappate quelle a sinistra.
Punto terzo: il Centro-Destra ha donato la legge sui trecentocinquanta contrattisti. Altro salto di corsia. La proposta è stata fatta dal precedente governo, su sollecitazione del MAE, nella scorsa legislatura. Si è arenata nelle procedure parlamentari, di cui solitamente maggioranza e minoranza sono corresponsabili. In ogni caso, chi, quando, dove dei parlamentari di Destra ne ha chiesto l’anticipazione all’ordine del giorno ? E’ stata semplicemente ripresentata in questa legislatura ed approvata pressoché all’unanimità. Caro Bruno, grazie del regalo.
Punto quarto: le esibizioni mediatiche di Tremaglia. Tremaglia, naturalmente, può “civettare” con chi gli pare, con la Carrà, con Vespa e con quanti ne gradiscano la presenza o ne raccolgano le insistenze. Ci mancherebbe altro… Meglio se si tratta, anziché di primedonne, di belle donne. Lunga vita a chi, ad ogni età, continua ad apprezzare le belle donne.
La cosa che trovo francamente degradante per una classe di governo è andare, nel momento più acuto del dramma argentino, in un giulivo talk-show televisivo a promettere e poi, peggio ancora, a far concedere in trenta giorni la cittadinanza italiana ad uno dei fortunati figliocci della Carrà mentre centinaia di migliaia di persone, per la stessa cosa, debbono aspettare almeno cinque anni. Caro Zoratto puoi soffiare con tutto il tuo fiato nel trombone, ma non potrai mai coprire la voce di chi vuole esprimere il suo disagio nel vedere come i diritti possano essere trasformati in lotteria e spettacolo.
Punto quinto: questo Governo è stato capace di riportare in Italia la bambina confinata nell’Ambasciata di Algeri. Bene, siamo tutti contenti. L’abbiamo vista, quella bambina, in braccio al Presidente Berlusconi, in conferenza stampa. Nella scorsa legislatura, il Sottosegretario Danieli, in un caso analogo, riportò una bambina a casa, in aereo e di notte, per evitare che subisse il trauma dell’ assalto dei media. Chi non riesca a levarsi dagli occhi il visino stralunato di quella bambina spupazzata da Berlusconi una settimana prima delle elezioni amministrative, provi con un sospiro profondo e con un ruttino: ottimi contro la nausea.
Punto sesto ed ultimo: i soccorsi alla comunità argentina. A giorni alterni siamo investiti da comunicati stampa che annunciano misure miracolose ora di questa Regione, ora dell’altra, ora del Ministero per gli Italiani nel Mondo. Qualche giorno fa, quel bolscevico di Gaetano Cario da Buenos Aires ha scritto che in Argentina nessuno se ne è accorto e che la gente continua a partire o a preparare la valigia. Soffia, Bruno, soffia più forte, così lo strepito arriva fino al Rio della Plata e non si sente il richiamo di chi chiede di essere aiutato con concretezza e senza essere ripagato di illusioni.
Io non so se quando Zoratto suona il trombone sia in buona o cattiva fede. Non me lo chiedo mai quando mi confronto su problemi reali con interlocutori di altro orientamento e mi auguro che nessuno sia tentato di farlo. Proviamo tutti, anzi, a partire soprattutto nei momenti dalle cose e dalle questioni vere in modo che la politica non diventi scontro premeditato e rissa di bandisti. Soprattutto ora che con il voto all’estero dovremo andare in casa d’altri e dimostrare civiltà politica e senso dello stato. Per questo, nessuno mi tocchi Zoratto. Zoratto, anche se è un po’ trombone e caciaroso, è un bravo ragazzo. Il guaio è che da quando gli hanno dato la scrivania al Ministero per gli Italiani all’estero si è dovuto mettere la divisa di musicante. E suonare la musica di moda. Ma – ripeto – anche se stona, è un bravo ragazzo.

Norberto Lombardi Coordinatore Forum Italiani nel Mondo











 
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