ROMA - 09 MAG -(Italia Estera) - Dai Comites, che devono dare il loro parere, giungono allarmanti notizie di alcuni casi di editori che hanno richiesto contributi per testate inesistenti o hanno gonfiato enormemente le tirature.
Credo che gli editori seri, che sono la stragrande maggioranza, siano interessati ad una bonifica del settore per non permettere ad approfittatori di accaparrarsi fraudolentemente fondi del contributo alla stampa italiana all’estero.
Per questo proporro’ al CGIE di elaborare dei criteri oggettivi su base scientifica, anche ricorrendo aeventualmente a societa’ di certificazione.
Sono graditi suggerimenti a proposito soprattutto da parte degli editori seri.
Gian Luigi Ferretti
Cominciano ad arrivare le prime reazioni al mio comunicato. Uno dei tantissimi editori seri mi ha scritto: "Trovo la tua proposta seria e giusta. Basterebbe che una commissione (della Presidenza del consiglio, insieme con la Fusie) pretenda di ricevere gli ultimi tre numeri (in ordine cronologico) pubblicati dall’editore e sulla base di quello che riceve crea delle categorie di appartenenza: per esempio fasce a , b, c, a secondo della periodicità, numero di pagine, formato, percentuale della pubblicità rispetto all’informazione, grafica, ecc… Ogni editore appartenendo ad una fascia riceve un certo trattamento. Fermo restando che gli editori possono crescere e migliorare quando vogliono. Il controllo deve essere fatto dalle istituzioni e la creazioni delle fasce deve essere condivisa.Potrebbe essere il metodo che usano in Italia." La Commissione informazione del CGIE e la FUSIE come la vedono? Gian Luigi Ferretti