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03 mag 2005Calipari, consegnato a Sembler il rapporto italiano - Casini: ''Verità e lealtà reciproche per rendere onore agli eroi'' - Berlusconi giovedì riferirà alla Camera

ROMA –(Italia Estera) -  Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini,ha partecipato ad una cerimonia al cimitero militare americano di Nettuno per il 60esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Rivolgendosi all'ambasciatore statunitense in Italia Mel Sembler,  a proposito del caso Calipari , ha detto: ''il Parlamento si appresta ad apprendere le conclusioni a cui il governo è pervenuto nel nome della verità, della chiarezza e della lealtà reciproche. Solo così renderemo pienamente onore ai martiri della libertà, anche a quelli che in questo campo oggi riposano e che combatterono eroicamente e senza riserve per assicurare un futuro di pace e prosperità a noi e ai nostri figli''. ''Questi ragazzi - ha aggiunto, riferendosi alle migliaia di tombe di combattenti statunitensi ospitate nel cimitero di Nettuno - sono i vostri eroi, ma io oggi vorrei dire: questi ragazzi sono i nostri eroi''. Casini ha sottolineato la ''profonda e obiettiva comunione di interessi, fini e valori'' che l'Italia condivide con gli Stati Uniti. ''Con questo spirito abbiamo costruito insieme in anni assai difficili un ponte che ha unito le due sponde dell'Atlantico. Con lo stesso spirito possiamo affrontare oggi le questioni che ci dividono come quella che in queste ore ha caratterizzato il lavoro della commissione mista sul caso Calipari. Un eroe del nostro tempo che non dimenticheremo''.
Da parte sua Mel Sembler ha sottolineato che le relazioni tra Italia e Stati Uniti ''sono forti e rimarranno forti'' nonostante il caso Calipari. Secondo l'ambasciatore la vicenda ''non avrà ripercussioni ''in un rapporto ''che dura da sessant'anni''. Il funzionario del Sismi ucciso da militari americani dopo la liberazione di Giuliana Sgrena ''è un eroe per gli Usa come per l'Italia -dice Sembler-. E' stata una terribile tragedia, abbiamo perso un grande amico''. L'ambasciatore non ha voluto commentare gli esiti delle indagini: ''Aspettiamo di vedere le investigazioni, le determinazioni''.
 
 L'ambasciatore Ragaglini e il generale Campregher, hanno consegnato il rapporto alla presidenza del Consiglio.
L'ambasciatore Cesare Ragaglini e il generale Pierluigi Campregher, rappresentanti italiani nell'inchiesta congiunta sul caso Calipari, hanno consegnato il rapporto alla presidenza del Consiglio. I risultati - riferisce un comunicato di palazzo Chigi - sono stati immediatamente trasmessi alla presidenza della Repubblica, ai presidenti di Senato e Camera e al presidente del Copaco, Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza. Subito dopo il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta hanno ricevuto l'ambasciatore americano, Mel Sembler, a cui è stato consegnato il rapporto. Il presidente del Senato, Marcello Pera, ha trasmesso il testo ai presidenti dei gruppi parlamentari di Palazzo Madama.
Ai giornalisti che gli chiedevano quando verrà pubblicato il rapporto italiano, annunciato dalla Farnesina per le 18 di oggi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha risposto: ''Non c'è nessun ritardo, lo stanno mettendo sul sito''. Questo slittamento della pubblicazione è dovuto alla necessità di dare modo agli Usa di visionare preventivamente il rapporto? chiede un cronista. ''No, no, presto sarà sul sito'', replica Letta avvicinato fuori palazzo Chigi.
Il premier Silvio Berlusconi riferirà alla Camera giovedì 5 maggio, alle 9.30, per un'informativa urgente relativa alle vicende che portarono all'uccisione del funzionario del Sismi.
Subito dopo l'intervento del premier è previsto il dibattito con l'intervento dei rappresentati dei gruppi. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Si terrà invece domani la riunione dei presidenti dei gruppi parlamentari al Senato per definire i tempi dell'intervento del governo in aula a Palazzo Madama.
Ieri sono stati svelati, attraverso una semplice operazione informatica, gli omissis del rapporto statunitense. Nel testo integrale si leggono, tra le altre cose, i nomi dei militari che spararono contro l'auto che portava i due agenti e Giuliana Sgrena. La procura della Repubblica di Roma acquisirà il nuovo testo del rapporto americano come 'fonte aperta'. Il Pentagono ha avviato un'indagine per determinare le circostanze che hanno portato alla 'scomparsa' degli omissis.
 
Nel rapporto italiano sulla vicenda Calipari si legge che né lo 007 italiano né il conducente della Toyota sapevano del posto di blocco, che non era segnalato in alcun modo. ''Mancava cioè la più elementare misura precauzionale sia del traffico civile sia per i militari stessi''. ''Una regola importante - continua il testo - non era stata rispettata dagli operatori''. ''E' verosimile che lo stato di tensione dipendente dalle circostanze di tempo, modo e luogo, e probabilmente da qualche livello di inesperienza e di stress abbia potuto indurre taluni militari a reazioni istintive e poco controllate''. Il rapporto italiano esclude ogni volontarietà della tragedia e attribuisce l'evento allo stress ed all'inesperienza dei militari americani che quella sera si trovavano al check point.
La ''mancanza di riferimenti formali a regole chiare che avrebbero dovuto e potuto essere osservati -si aggiunge- rende problematica la precisa individuazione, attribuzione e graduazione di specifiche responsabilita' individuali''. Le ''testimonianze'' dei soldati Usa sulla velocita' della vettura Toyota sono ''contraddittorie e non univoche'. L'esercito Usa in Iraq, sempre secondo il rapporto italiano, non ebbe notizia della liberazione di Giuliana Sgrena fino a dopo la tragedia.
Inoltre, sempre secondo il dossier italiano, la cassetta di munizioni del mitragliere Usa al check-point, la cui sicurezza era affidata soltanto ''a due mitraglieri oberati di compiti'', non e' stata sequestrata ne' sigillata.
''La delegazione statunitense -si legge nel rapporto- ha svolto un esperimento autonomamente per accertare la velocita' media dei veicoli che dalle 19,45 alle 20, 15 impegnavano la rampa dell'Alert Line''. ''La delegazione italiana ha cosi' potuto apprendere che le vetture civili superavano l'Alert line ad una velocita' di 45 km/h''.
''Non si capisce perche' non si sia tenuto conto che le vetture civili abbordavano su quel tratto stradale quasi tutte alla velocita' attribuita dagli Usa al conducente della Toyota - si legge ancora nel rapporto - Ne' si comprende perche' gli automobilisti iracheni abbianotenuto una velocita' cosi' inferiore alla media nazionale da riuscire ad arrestare la loro corsa in pochissimi metri''.
Il dossier poi esclude che ci siano riprese dal satellite di quanto è avvenuto quella sera in Iraq. La Toyota rimossa ha comportato l'impossibilita' di ricostruzione tecnica degli eventi che hanno portato alla morte di Nicola Calipari. E' quanto si legge nel rapporto italiano sulla ricostruzione dei fatti del 4 marzo, costati la vita all'alto funzionario del Sismi.
 
 
 
 
 
 



 
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