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22 apr 2005Governo, Ciampi conferisce l'incarico a Berlusconi

ROMA  - (Italia Estera) - Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha conferito al presidente del Consiglio dimissionario Silvio Berlusconi l'incarico di formare il nuovo governo. Berlusconi ha accettato con riserva.
''Conto di sciogliere la riserva al più presto e ricevere all'inizio della prossima settimana il voto di fiducia delle Camere'' ha dichiarato il premier dopo aver ricevuto l'incarico. Una volta ottenuta la fiducia, ha spiegato il presidente del Consiglio incaricato, la compagine ministeriale sarà in grado di operare con ''slancio rinnovato'' per completare ''il programma di legislatura e per realizzare nuovi obiettivi che la maggioranza di comune accordo ha individuato''. ''Al centro della nostra azione -ha affermato Berlusconi- sono il rilancio delle imprese, la difesa del potere di acquisto delle famiglie, un piano di iniziative concrete per il Sud con la creazione di nuovi posti di lavoro''.
Dopo l'incarico ricevuto da Ciampi, durante un colloquio ''cordiale come sempre'' ha sottolineato Berlusconi, il presidente del Consiglio si è recato a Montecitorio dal presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. Subito dopo, prima di andare al Senato per essere ricevuto dal presidente Marcello Pera, ha fatto una brevissima sosta a palazzo Grazioli.
Ai giornalisti che gli chiedevano quando presenterà la lista dei ministri Berlusconi ha risposto: ''Penso domani''. E sempre domani è più che probabile avvenga il giuramento della nuova compagine ministeriale, stando a quanto riferito dallo stesso premier.
Berlusconi ha poi smentito che il prossimo esecutivo sarà una fotocopia del precedente. Sulle caselle del nuovo governo è ''tutto a posto'', anche per quanto riguarda il ministero delle Riforme, ha detto Berlusconi. ''Per la lista stiamo lavorando -ha aggiunto-. Abbiamo in programma per domani mattina un vertice di tutte e sei le forze politiche che compongono la caoalizione e poi mi recherò dal Capo dello Stato''.
 
 
 
Dopo aver ricevuto l'incarico di formare il nuovo governo dal Capo dello Stato, Silvio Berlusconi si è messo a lavorare per sciogliere i nodi ancora sul tappeto che riguardano la lista dei ministri. Secondo indiscrezioni raccolte nella maggioranza, il premier sarebbe alle prese con un caso Tremonti. Si parla infatti di un posto di vicepremier per l'attuale presidente di Forza Italia. Un'ipotesi, secondo fonti del Polo, avrebbe suscitato le reazioni degli alleati, in particolar modo di An, decisa a ridimensionare il cosiddetto asse del Nord formato da FI e Lega.
Tornato a Palazzo Grazioli, il Cavaliere sta cercando con i suoi più stretti collaboratori di trovare una soluzione in tempi brevi con il consenso di tutti i partner della coalizione. Per questo motivo il presidente del Consiglio ha convocato un vertice di maggioranza per domani prima di recarsi al Quirinale per presentare l'elenco della nuova squadra di Palazzo Chigi. Annunciato a sorpresa, il summit servirà a trovare la quadra, incassando il via libera politico dei leader della Cdl.
Continueranno quindi i contatti all'interno del Polo per uscire dall'empasse attuale. Salvo cambiamenti dell'ultima ora, sarebbero confermati i tre ministri leghisti, Roberto Castelli, Roberto Maroni e soprattutto Roberto Calderoli alle Riforme, considerato il simbolo della battaglia federalista, da sempre bandiera del Carroccio.
Quanto all'Udc, i tre ministri resteranno nel Cdm. Mario Baccini dovrebbe mantenere la Funzione pubblica e così Carlo Giovanardi il dicastero per i Rapporti con il Parlamento. Mentre per Rocco Buttiglione, si parla, nelle ultime ore, della poltrona ai Beni culturali. Buttiglione lascerebbe le Politiche comunitarie al repubblicano Giorgio La Malfa, che il toto-nomine da in pool position anche per il ministero di Giuliano Urbani.
Quanto al ministero delle Attività produttive, resta tra i più accreditati il forzista Claudio Scajola, che cederebbe l'Attuazione di programma di governo all'esponente del Nuovo Psi Stefano Caldoro. Per la Sanità, che dovrebbe spettare ad An, si continua a fare il nome di Francesco Storace, anche se c'è chi parla di qualche perplessità di fronte all'ingresso degli ex governatori della Cdl usciti sconfitti alle ultime regionali.
Non verrebbe toccato invece Pietro Lunardi cui verrebbe affidata la delega per le grandi opere, mentre i Trasporti verrebbero distaccati dalle Infrastrutture per diventare un nuovo dicastero (sembrano essere cadute le quotazioni di Scajola per questa poltrona). Sarebbero inamovibili Letizia Moratti e Lucio Stanca. Per Adolfo Urso si continua a parlare di un'eventuale delega per il Commercio con l'estero.
Il presidente del Consiglio sta aggiornando anche il nuovo programma di governo con tre punti chiave: il rilancio del sud, aiuti alle imprese e sostegno al potere d'acquisto delle famiglie. Il soggiorno romano del Cavaliere proseguirà anche domenica con la partecipazione alla messa di insediamento del Papa in Vaticano. Il premier starà ancora nella capitale il 25 aprile per partecipare al Quirinale alle celebrazioni della festa della Liberazione. La prossima settimana il presidente del Consiglio è atteso in Parlamento per il dibattito sulla fiducia al suo nuovo esecutivo.
 
 
Angius: ''E' un Calderoli bis''
La nuova compagine governativa che si va delineando incontra la netta contrapposizione del centrosinistra. ''Altro che Berlusconi bis, siamo al Calderoli bis'' afferma il capogruppo dei Ds al Senato, Gavino Angius, secondo il quale ''la salute degli italiani non sentiva il bisogno di Storace alla Sanità''. ''Le novità che circolano -aggiunge Angius- confermano che la tanto invocata discontinuità non ci sarà e che l'asse del Nord con la Lega continuerà ad essere il baricentro dell'azione di questo governo''.
Di ''governo balneare'' parla il parlamentare della Margherita Enrico Letta, per il quale ''la finalità di questo ricompattamento è quella di evitare le elezioni anticipate e passare l'estate'', mentre secondo il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, ''questo governo si annuncia come una fotocopia sbiadita del precedente e, se possibile, ancora peggiore''.
Per il Pdci il senatore Gianfranco Pagliarulo ritiene il Berlusconi bis ''destinato ad essere bollito a fuoco lento e travolto dalle sue contraddizioni: le stesse del precedente governo''. ''Sembra la peggiore delle soluzioni possibili. E' una risibile operazione gattopardesca. Udc e An non sono neanche riusciti a far saltare Calderoli -dice Pagliarulo-. Serve il voto al più presto''.



 
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