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12 giu 2002La polemica tra Lombardi e Zoratto diventa un feuilleton: Nuova puntata del pro

- La polemica tra Lombardi e Zoratto diventa un feuilleton.
Il 22 maggio Italia Estera ha ripreso un articolo del Prof. Riccardo Lombardi:”Sul voto all’estero far parlare i fatti”. Il 30 maggio la risposta di Bruno Zoratto:“I Balilla boys” Il giorno successivo Lombardi risponde: “Zoratto è un bravo ragazzo!!” Ieri la controreplica di Zoratto: I gracchi del Corvo infastidiscono i "colombi". Pensavamo che fosse finita. Invece c’è una nuova puntata: E’ la volta del Prof. Lombardi che insiste: Zoratto è un bravo ragazzo (con il vizietto).
Ci auguriamo che sia giunto il momento di mettere la parola fine a questo romanzo d’appendice che coinvolge, in una polemica infinita, due autorevoli membri del Consiglio Generale per gli Italiani all’Estero, proprio alla vigilia dell’Assemblea generale in programma ai primi del mese prossimo.
Per una corretta informazione e per agevolare il lettore pubblichiamo qui di seguito tutti i pezzi in ordine di data. La nuova puntata del prof. Lombardi é in fondo a questo lungo testo


22 mag 2002 Un articolo di Norberto Lombardi: Sul voto all’estero fare parlare i fatti

(Italia Estera) - ROMA – L’’ultima uscita del Ministro per gli Italiani nel Mondo, on. Mirko Tremaglia, di fare votare gli italiani all’estero per riempire il vuoto di dodici deputati che ancora mancano al plenum della Camera, ha avuta un’accoglienza più fredda che tiepida tra quegli stessi che dovrebbero essere i potenziali beneficiari. Con l’eccezione di quei quattro o cinque “Balilla della Little Italy”, che ormai consumano il loro miglior tempo nel fare il verso a Colui che, secondo vecchi modelli, ha sempre ragione.
E’ un bene, naturalmente, perché potrebbe essere la prova di una capacità critica beneaugurante per l’esercizio del voto per corrispondenza che si svolgerà tra qualche anno. E tuttavia conviene fermarsi un momento a riflettere per comprendere meglio non solo il metodo politico che ispira i comportamenti del maggiore responsabile degli interventi per gli italiani all’estero, ma anche la sostanza dei problemi che si tratta di affrontare per fare del voto una prova democratica limpida e responsabile.
Che l’estemporanea proposta di riservare agli italiani all’estero i seggi finora non attribuiti sia da collocare nel sistema di fuochi pirotecnici che ormai costellano il cielo delle politiche governative in questo campo non pare dubbio. Il voto per i collegi in questione è stato legittimamente espresso e nessuno lo può annullare, scippando centinaia di migliaia di elettori italiani del loro fondamentale diritto di vedere riconosciuta la loro volontà. Semmai vanno interpretate e regolamentate le conseguenze derivanti dal marchingegno elettorale architettato da Forza Italia, che rende difficile il recupero dei seggi in seconda battuta.
Per di più, anche a prescindere dagli invalicabili motivi ostativi di ordine giuridico e di etica democratica, occorrerebbe un’ulteriore modifica della Costituzione e solo chi ha voglia di giocare con l’ingenuità degli spettatori può disinvoltamente proporre di ricominciare con le modifiche costituzionali appena dopo gli anni di tormento trascorsi per arrivare alla revisione degli articoli 48, 56 e 57. I tempi per la doppia lettura e per le operazioni organizzative del voto, per altro, sarebbero tali da portarci a ridosso della scadenza della legislatura, praticamente rendendo il voto stesso privo di effetti e sovrapponendo i due momenti elettorali, in un marasma che sarebbe difficile da controllare. Ma ammesso pure che tutte queste difficoltà siano beatamente superabili, con quali garanzie di regolarità e di trasparenza degli elenchi AIRE si potrebbe fondare una consultazione anticipata? E qui siamo al punto del più acuto dolore e della più evidente crisi di credibilità dell’intera proposta. Tutti dicono che l’attuale situazione dell’AIRE è insostenibile e che non è pensabile di potere affrontare il voto in queste condizioni. E infatti, non c’è paese democratico al mondo che possa pensare di chiamare a votare milioni di cittadini con un’incertezza che riguardi un terzo della base elettorale. Eppure nessuno sta facendo niente di concreto per porre rimedio. Mentre il Ministro civetta con la Carrà e con Bruno Vespa nei talk show televisivi, regalando la cittadinanza in un mese al fortunato di turno, i tempi di attesa dei comuni mortali nei consolati argentini semplicemente per consegnare la pratica sono arrivati a tre anni. E più o meno altrettanti ce ne vogliono per vedere esaminata la domanda. Mancava la legge sui contrattisti, si obbietta. E chi vietava, anche in assenza di quella legge, di cominciare ad usare gli strumenti e le risorse esistenti e procedere a quella bonifica che si richiedeva a pieni polmoni dall’opposizione e che non si riesce a gestire dal governo? Ora la legge c’è perché opportunamente il Parlamento l’ha approvata quasi all’unanimità, confermando la larga apertura di credito nei confronti degli italiani all’estero. Il provvedimento, già presentato dal Centro-sinistra, prevede risorse aggiuntive per oltre sedici milioni di euro, la possibilità di assumere 350 contrattisti e di dotare le strutture periferiche dei più moderni mezzi tecnologici. Il Governo pensi a fare, a governare appunto, affrontando i problemi aperti e creando le condizioni per l’esercizio di una normale e trasparente prova democratica. Senza fughe e capriole demagogiche. Con il voto all’estero il Paese si gioca la credibilità nei confronti di milioni di cittadini che vivono lontano e si gioca anche la faccia nei confronti degli altri Paesi che già da tempo affrontano con efficienza e serenità la medesima prova. Per gli italiani all’estero essere finalmente cittadini di pieno diritto significa poter votare, ma anche essere trattati con rispetto e considerazione. E la migliore dimostrazione di rispetto è smetterla con le promesse e con l’enfasi retorica e parlare, invece, con i fatti. Sono i fatti, non le parole, che consentono ad ognuno di esprimere in piena autonomia la propria libertà e la propria dignità di cittadino.
Norberto Lombardi/Forum Italiani nel Mondo


29 maggio 2002 Norberto Lombardi e i "Balilla Boys": Un commento di Bruno Zoratto

(Italia Estera) - ROMA - Non comprendo lo stupore esternato da Norberto Lombardi in una nota di colore pubblicata da alcune Agenzie compreso Italia Estera il 22 maggio dal titolo: "Sul voto all’estero far parlare i fatti".
Se in tutto il firmamento che gravita attorno alla nostra emigrazione vi è qualcuno che dovrebbe tenere la bocca chiusa, questo è proprio l’ex responsabile dell’Ufficio italiani all’estero dei DS. Non è esagerato dichiarare che, quando il centro-sinistra aveva una maggioranza e governava il paese non si è mai sognato, nonostante le promesse, di disciplinare le proprie forze in campo a far accogliere la legge ordinaria che la maggioranza di centro-destra, mantenendo fede agli impegni presi solennemente dal Ministro Tremaglia al CGIE, ha fatto approvare in Parlamento il 20 dicembre del 2001.
Quindi, per uno che è di parte come il sottoscritto, affermare su questo importantissimo problema che il centro-destra ha fatto quello che il centro-sinistra non ha saputo o non ha voluto fare è la sacrosanta verità.
Se poi vogliamo fare i pignoli ed andiamo a guardare come i vari gruppi politici al Senato hanno votato in quella occasione (su 65 senatori dei DS, 39 erano assenti - ripeto: 39 erano gli assenti!), converrebbe quindi all’amico Norberto stare zitto per evitare un’ennesima brutta figura. Quando egli tratta il problema non deve fare il sornione come a Toronto, quando, assieme a qualche parlamentare cercava di trasmettere una sua "verità" sull’esercizio del voto all’estero che altri sul posto hanno prontamente contestato.
Ora, il "professore molisano" si attorciglia scomodando persino i soliti "Balilla Boys" per rimproverare al Ministro per gli Italiani nel Mondo di aver fatto una "estemporanea proposta", dichiarando di studiare l’opportunità di far votare in anticipo gli italiani all’estero e così riempire il vuoto di dodici deputati che ancora mancano al Quorum della Camera dei Deputati.
Proposta a nostro avviso giusta, legittima e sensata che ha persino un fondamento giuridico e che, per chi opera in emigrazione, merita un approfondimento.
Il responsabile del FORO, prima di esternare inutilmente, avrebbe, a mio modesto parere, dovuto informarsi meglio su come il problema viene giudicato da autorevoli parlamentari dei DS che, numerosi, sostengono di condividere la proposta di Tremaglia.
Al già responsabile dei DS per gli italiani nel mondo - che attualmente sembra essere diventato un vulcano in eruzione, ma che durante il Governo di centro-sinistra sembrava fosse andato in letargo – chiediamo come mai l’Ulivo non è stato capace di far arrivare in Patria la bambina italiana internata da due anni nell’Ambasciata di Algeri?
È grazie alla volontà politica determinante di questo Governo che verranno assunti i 350 contrattisti per "bonificare l’anagrafe" nei consolati, ed evitare così in parte quelle code vergognose, scandalose ed assurde che esistono da anni, ma che da poco preoccupano Norberto.
Si potrebbe continuare, come ad esempio, con la Giornata del sacrificio e del lavoro italiano nel mondo, istituzionalizzata per il prossimo 8 agosto, anniversario della tragedia di Marcinelle. Perché tale giornata non è stata istituita quando nel Palazzo c’erano i cosiddetti "amici dei lavoratori"?
Cosa significa affermare che il Ministro Tremaglia civetta con la Carrà e con Bruno Vespa nei talk shows televisivi? Se Tremaglia "civetta" cosa hanno fatto i compagni di Norberto (alla Morrione, tanto per non fare nomi) che per un quarantennio hanno "monopolizzato" l’ente pubblico, "censurando" ogni notizia diretta o indiretta sugli italiani all’estero e sulla nostra emigrazione?
Forse Lombardi è infastidito dalle tante "piccole cose" che in pochi mesi con la volontà di ferro di qualcuno e con la solidarietà di tanti si è riusciti a fare. Tante altre cose, troppe forse, rimangono ancora da fare e non basterà certamente far rivivere demagogicamente i "Balilla Boys" per seppellire quella unitarietà necessaria alla loro definitiva soluzione.
Di questo il compagno Norberto ne deve essere consapevole, se non vuole che gli si venga rimproverato di essere in malafede.
Bruno Zoratto


31 maggio 2002 Continua la polemica tra Lombardi e Zoratto: E’ la volta della risposta di Lombardi al commento di Zoratto: ‘E’ un bravo ragazzo!!’

(Italia Estera) - ROMA - Il giorno 22 Italia Estera ha ripreso un articolo
del Prof. Riccardo Lombardi dal titolo:”Sul voto all’estero far parlare i fatti”. Ieri abbiamo ospitato un commento di Bruno Zoratto dal titolo “I Balilla boys”.Oggi Lombardi risponde: Zoratto è un bravo ragazzo!!

Bruno Zoratto, rinomato trombone della Banda dei Bersaglieri all’estero, ci ha regalato uno dei suoi pezzi più spericolati, che l’hanno reso noto e ormai insostituibile nelle feste paesane dedicate agli emigrati.
Il frastuono è tale e le stonature sono tante che risulta difficile cogliere il filo della musica e interpretarne il motivo. Ma, vista l’abitudine che abbiamo fatto a queste ripetute e assordanti esibizioni, ci proviamo lo stesso, magari sorridendo un po’ e senza prenderle troppo sul serio.
Punto primo: la proposta di fare votare subito gli italiani all’estero per reintegrare il plenum della Camera che manca tuttora di dodici unità per le mafarelle elettorali di Forza Italia. Scippare centinaia di migliaia di elettori che hanno già esercitato il loro diritto di voto pone una questione di etica democratica e di correttezza costituzionale probabilmente insormontabile. La Camera si decida a sciogliere il nodo superando i veti incrociati e dando un’interpretazione sensata. Ma ammesso che qualcuno abbia le gambe per compiere anche queste acrobazie, pensare di reimbarcarsi in un’ulteriore riforma costituzionale, che ci porterebbe a ridosso della scadenza elettorale naturale, quando gli italiani all’estero potranno finalmente avere i loro rappresentanti in Parlamento, e distogliere l’attenzione dal vero, drammatico problema, che è quello delle disastrose condizioni dell’AIRE, significa – nella migliore delle ipotesi – fare del propagandismo allo stato liquido e rovesciarlo sulle spalle degli italiani all’estero.
Punto secondo: il Centro-Destra ha donato il voto all’estero approvando la legge ordinaria. La legge ordinaria è nella sostanza il disegno di legge che la Senatrice Prisco, con la collaborazione di quasi tutti i gruppi del Senato, aveva messo a punto alla fine della scorsa legislatura. Tremaglia non ha fatto altro che apporvi la sua firma all’inizio di questa legislatura. La legge, per altro, è stata approvata con un voto scontato e vastissimo, privo di qualsiasi elemento di drammaticità, che può avere indotto diversi senatori alle consuete distrazioni (e male hanno fatto…). Tuttavia, se oggi il voto c’è è perché durante la precedente legislatura di Centro-Sinistra, si sono dovuti superare momenti delicatissimi, quali le doppie letture con voto qualificato per riformare ben tre articoli della Costituzione. Come mai si misura il cammino contando solo l’ultimo metro e trascurando l’intero percorso ? Si vede che il nostro simpatico trombone è abituato a leggere la musica su uno spartito che porta solo le pagine a destra e dal quale sono state strappate quelle a sinistra.
Punto terzo: il Centro-Destra ha donato la legge sui trecentocinquanta contrattisti. Altro salto di corsia. La proposta è stata fatta dal precedente governo, su sollecitazione del MAE, nella scorsa legislatura. Si è arenata nelle procedure parlamentari, di cui solitamente maggioranza e minoranza sono corresponsabili. In ogni caso, chi, quando, dove dei parlamentari di Destra ne ha chiesto l’anticipazione all’ordine del giorno ? E’ stata semplicemente ripresentata in questa legislatura ed approvata pressoché all’unanimità. Caro Bruno, grazie del regalo.
Punto quarto: le esibizioni mediatiche di Tremaglia. Tremaglia, naturalmente, può “civettare” con chi gli pare, con la Carrà, con Vespa e con quanti ne gradiscano la presenza o ne raccolgano le insistenze. Ci mancherebbe altro… Meglio se si tratta, anziché di primedonne, di belle donne. Lunga vita a chi, ad ogni età, continua ad apprezzare le belle donne.
La cosa che trovo francamente degradante per una classe di governo è andare, nel momento più acuto del dramma argentino, in un giulivo talk-show televisivo a promettere e poi, peggio ancora, a far concedere in trenta giorni la cittadinanza italiana ad uno dei fortunati figliocci della Carrà mentre centinaia di migliaia di persone, per la stessa cosa, debbono aspettare almeno cinque anni. Caro Zoratto puoi soffiare con tutto il tuo fiato nel trombone, ma non potrai mai coprire la voce di chi vuole esprimere il suo disagio nel vedere come i diritti possano essere trasformati in lotteria e spettacolo.
Punto quinto: questo Governo è stato capace di riportare in Italia la bambina confinata nell’Ambasciata di Algeri. Bene, siamo tutti contenti. L’abbiamo vista, quella bambina, in braccio al Presidente Berlusconi, in conferenza stampa. Nella scorsa legislatura, il Sottosegretario Danieli, in un caso analogo, riportò una bambina a casa, in aereo e di notte, per evitare che subisse il trauma dell’ assalto dei media. Chi non riesca a levarsi dagli occhi il visino stralunato di quella bambina spupazzata da Berlusconi una settimana prima delle elezioni amministrative, provi con un sospiro profondo e con un ruttino: ottimi contro la nausea.
Punto sesto ed ultimo: i soccorsi alla comunità argentina. A giorni alterni siamo investiti da comunicati stampa che annunciano misure miracolose ora di questa Regione, ora dell’altra, ora del Ministero per gli Italiani nel Mondo. Qualche giorno fa, quel bolscevico di Gaetano Cario da Buenos Aires ha scritto che in Argentina nessuno se ne è accorto e che la gente continua a partire o a preparare la valigia. Soffia, Bruno, soffia più forte, così lo strepito arriva fino al Rio della Plata e non si sente il richiamo di chi chiede di essere aiutato con concretezza e senza essere ripagato di illusioni.
Io non so se quando Zoratto suona il trombone sia in buona o cattiva fede. Non me lo chiedo mai quando mi confronto su problemi reali con interlocutori di altro orientamento e mi auguro che nessuno sia tentato di farlo. Proviamo tutti, anzi, a partire soprattutto nei momenti dalle cose e dalle questioni vere in modo che la politica non diventi scontro premeditato e rissa di bandisti. Soprattutto ora che con il voto all’estero dovremo andare in casa d’altri e dimostrare civiltà politica e senso dello stato. Per questo, nessuno mi tocchi Zoratto. Zoratto, anche se è un po’ trombone e caciaroso, è un bravo ragazzo. Il guaio è che da quando gli hanno dato la scrivania al Ministero per gli Italiani all’estero si è dovuto mettere la divisa di musicante. E suonare la musica di moda. Ma – ripeto – anche se stona, è un bravo ragazzo.
Norberto Lombardi Coordinatore Forum Italiani nel Mondo


11 giugno 2002 La controreplica di Zoratto: I gracchi del Corvo infastidiscono i "colombi"

(Italia Estera) - STOCCARDA - Dopo aver scomodato i Balilla, ora il "prolisso professore" in perpetuo delirio "disturbando" i gloriosi Bersaglieri, confessa una sospetta vocazione "militare" cresciuta all’ombra della cattedra e che sicuramente entusiasmerà alcuni lontani "amici" del CGIE d’oltremare.
Svegliatosi da un lungo letargo dalla sua ultima esternazione, si evince che la verità gli fa male, gli dà alla testa e come per tutti i "palloni gonfiati", può diventare una sindrome mortale.
Ma veniamo ai fatti. E’ vero o non è vero che durante la fatidica giornata del 20 dicembre 2001 oltre la metà dei rappresentanti dell’Ulivo in Senato ha disertato (ripeto disertato) quell’importante momento? Infatti, su 10 senatori dei Verdi 7 erano assenti; su 65 senatori dei Democratici di Sinistra 39 erano assenti; mentre, dei 41 senatori della Margherita (la forza politica in cui mi sembra militino sia Danieli che la Toia) 24 erano gli assenti, con una media scandalosa di assenze che supera di gran lunga il 60%.
Ma se la legge era quella della Prisco, come afferma in malafede Norberto, perché un così alto numero di senatori dell’Ulivo invece di votarla hanno preferito disertare tale importante seduta?
E’ vero o non è vero che oltre a 350 contrattisti che verranno assunti per alleviare il "disastro" in cui versano i Consolati da voi ereditati, grazie all’immediato intervento dell’On. Tremaglia, in Argentina con un intervento straordinario sono stati piazzati altri 30 o 35 nuovi impiegati per fronteggiare quell’emergenza?
E’ vero o non è vero che numerosi autorevoli rappresentanti parlamentari dei DS hanno con attenzione registrato la "proposta Tremaglia" di verificare le opportunità di far votare gli italiani all’estero, se non interviene altra soluzione, per ristabilire così il plenum della Camera dei Deputati?
E’ vero o non è vero che la gestione Zaccaria dell’Ente pubblico RAI, oltre ad averci vergognosamente criptato i Campionati mondiali di calcio, ha penalizzato enormemente l’informazione italiana all’estero, negando a Rai International la "volontà politica" e quindi i mezzi adeguati per disporre di quella impalcatura tecnico-organizzativa necessaria a produrre propri programmi, e che tale linea fu annunciata a chiare lettere durante l’assemblea dei Consoli italiani lo scorso anno, senza provocare una sua o una vostra reazione?
E’ vero o non è vero che, da quest’anno, l’8 di agosto (ricorrenza della tragedia di Marcinelle) è stata indetta ed istituita la giornata del sacrificio e del lavoro italiano nel mondo?
E’ vero o non è vero che sempre l’intervento del Ministro ha bloccato la chiusura ed il trasferimento dello stabilimento Iveco in Argentina con la relativa perdita di posti per altri lavoratori?
E’ vero o non è vero che le Regioni italiane tutte (ripeto tutte) hanno invitato il Ministro per gli Italiani nel Mondo a presiedere il coordinamento per gli interventi straordinari delle Regioni per l’Argentina, in fase di istituzionalizzazione?
E’ vero o non è vero che dopo l’intervento del Ministro per gli Italiani nel Mondo l’Argentina è stata reinserita nel contesto della Cooperazione, provocando l’invio immediato di 200 miliardi d lire in quel disastrato Paese?
Potrei continuare ancora per molto, affermando allo sprovveduto Norberto che proprio lui è il meno adatto a criticare Tremaglia perché va in televisione a parlare di italiani all’estero; egli ricorderà che D’Alema è andato frequentemente in tv per assaggiare i risotti, a cantare con Gianni Morandi o a ballare con Chiambretti senza mai parlare di italiani nel mondo. Per questa diversità sostanziale gli italiani nel mondo, di tutti i colori, apprezzano l’On. Tremaglia.
Un mio amico – che non c’è più – che era stato funzionario del PCI a Colonia, e che per anni ha diligentemente operato in emigrazione, quando gli chiesi la sua opinione sulla calata di Norberto Lombardi a nuovo responsabile dell’Ufficio emigrazione dei DS, egli senza esitazione alcuna mi disse che si trattava di un pallone gonfiato, un "corvo romano" che parla di emigrazione senza conoscerla, che gracchia dalla cattedra con il naso in su, usando quel politichese tanto caro ai reduci della partitocrazia nostrana ma che tutti noi italiani all’estero, indistintamente, rigettiamo.
Ora capisco perché i "gracchi del Corvo" hanno infastidito persino un galantuomo come Furio Colombo che, abbandonando il Foro, lo ha lasciato in braghe di tela a piedi, solo soletto, a "coordinare" le esternazioni contro i "bravi ragazzi" di Destra.
Ora comprendo perché la nuova dirigenza dei DS lo ha giustamente trombato. Infatti anche loro sanno che i "gracchi dei Corvi" non disturbano solo i "Colombi" – come diceva l’amico di Colonia – ma avvelenano quel clima di confronto civile e necessario che l’emigrazione, con fatica, ha costruito in lunghi anni di dura lotta, che ha fatto nascere quella maturità democratica indispensabile per andare avanti, per superare e per risolvere in ogni contesto i tanti, troppi problemi che attanagliano la nostra emigrazione e che il povero Norberto conosce solo per sentito dire non avendoli mai vissuti sulla propria pelle.
Bruno Zoratto


12 giu 2002 Zoratto è un bravo ragazzo (con il vizietto)

(Italia Estera) - ROMA - Assente da Roma per lavoro, ho potuto conoscere solo oggi l’ultima performance, a me dedicata, di Trombone Zoratto, al secolo Balilla. Musicale e lieve, com’è nello stile del personaggio.
Poco male per il ritardo, perché lo scempio di verità, di dignità e, soprattutto di lingua italiana che il Nostro riesce a realizzare si avvicina tanto alla perfezione da esimermi da qualunque risposta. Le opere compiute – si sa – non si discutono: si rifiutano o si accettano.
Da diversi decenni, ahimé, misuro le mie modeste opinioni con interlocutori e avversari politici, conoscendo le dure regole del confronto, ma rispettandone una in particolare: se il livello si abbassa troppo sotto il limite della decenza, per rispetto di me stesso e, soprattutto, di chi legge occorre fermarsi. Per altro, non c’è niente che mi annoi di più di una rissa.
Del resto, che cosa si può rispondere a chi, pur di colpire polemicamente il suo interlocutore, non esita a chiamare in causa anche i morti, che, purtroppo, non possono né confermare né smentire ? Certo, questi “affettuosi” e “disinteressati” sodalizi con comunisti all’estero debbono appartenere – come dire ? – a qualche fase postmoderna dell’esperienza politica di Trombone Zoratto. A momenti, cioè, in cui egli doveva avere smesso i panni del delatore verso le autorità e la polizia tedesche, indicando i nomi ed i vincoli associativi di tutti coloro che avevano odore di sinistra, come ha segnalato e documentato proprio un amico di Pierino Ippolito a Maurizio Chierici sul Corriere della Sera. Ed erano tempi, quelli, in cui un’accusa anche superficiale o errata di questo genere poteva costare la perdita del lavoro o l’espulsione. Dagli amici mi guardi Iddio…
Naturalmente, questa ennesima zorattata non può oscurare un’obbiettiva esigenza politica, quella di continuare a cercare, ogni volta che sia possibile ed evitando volgarità e provocazioni, una linea d’intesa comune sui problemi da affrontare e da risolvere in emigrazione. Ad esempio, quello che ho cercato inutilmente di far capire a Trombone Zoratto è che, anziché correre dietro l’incantesimo del voto per il plenum della Camera, sarebbe più utile applicarsi tutti insieme alla riorganizzazione della rappresentanza (COMITES e CGIE) e alla bonifica dell’AIRE. La politica delle intese, comunque, la stiamo facendo da tempo e continuiamo a perseguirla con convinzione. Ancora di recente, nella preparazione e nello svolgimento della Conferenza Stato-Regioni-CGIE o nelle ultime riunioni del Consiglio Generale, se ne è avuto un positivo e fruttuoso riscontro.
Solo che il manipolo dei Balilla non riesce a concepire una politica delle intese diverse da quella alla quale è culturalmente abituata: Uno dice Eia Eia e tutti gli altri debbono rispondere Alalà. Come nelle esercitazioni dei sabati fascisti. Senza un confronto ed una discussione, anche critica, dei contenuti e del metodo da seguire. A prescindere, diceva l’amato Totò. Il quale, per altro, ci ha proposto una chiave di interpretazione degli uomini e della vita, che si potrebbe adattare anche al caso nostro. A forza di suonare il trombone, finisce che qualcuno si consideri caporale e guardi agli altri uomini, soprattutto a chi si rifiuti di fare il saluto, come a persone da tenere sotto lo schiaffo. “L’emigrazione sono Me”, dice Caporal Zoratto. “Tutti gli altri stiano zitti”. E infatti sappiamo tutti che da decenni il nostro caro amico vive, viaggia, si organizza campagne elettorali e stampa costosi giornali con i suoi risparmi di povero emigrante.
Ed anche per questo, confermo che Trombone Zoratto è un bravo ragazzo. Ha solo un vizietto: un’attitudine alla violenza mentale, prima ancora che verbale. Gli auguro che ne possa guarire al più presto, anche se non sarà facile, almeno finché resterà nel libro paga del Ministero degli Italiani nel Mondo.
E con questo, da oggi Zoratto il trombone se lo suoni e se lo senta da solo.
Norberto Lombardi/Coordinatore del Forum per gli Italiani nel Mondo










 
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