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10 apr 2005Fini é a New York e porta la riforma del Consiglio di sicurezza nel cuore delle Nazioni Unite.

NEW YORK -(Italia Estera) -  Il Ministro degli Esteri Gianfranco Fini è da oggi qui a New York per sostenere al Palazzo di Vetro la riforma del Consiglio di Sicurezza con la proposta italiana  condivisa dalla Commissione di saggi voluto da Kofi Annan (MODELLO B) contro l’altra dei 'Quattro grandi pretendenti' -Germania, Giappone, Brasile e India- che puntano alla conquista di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza (MODELLO A).

Per la prima volta i  paesi che già aderiscono all'iniziativa promossa dall'Italia – “Uniting for consensus” - si incontreranno per mettere a punto la loro strategia in modo da consentire al ministro Fini di esporla direttamente al segretario generale Kofi Annan, martedì mattina. La riforma del Consiglio di sicurezza non può essere rinviata ad oltranza, ha ammonito in questi giorni Annan sottolineando che dopo anni di discussioni è “giunta l'ora delle scelte difficili”. Fino ad ora il segretario generale non ha preso posizione fra le due proposte elaborate nel dicembre scorso dalla commissione di saggi da lui stesso incaricata. Annan però ha fissato una scadenza: entro settembre (data della prossima Assemblea Generale) i Governi devono trovare un'intesa altrimenti - è il suo suggerimento - si andrà al voto.

Ma cosa sono i modelli?

Il modello A prevede l'aumento dei seggi permanenti da 5 a 11 (due per l'Africa, uno per l'Europa, uno per le Americhe e due per l'Asia). Ipotesi sostenuta con forza da Germania, Giappone, India e Brasile (il cosdidetto G4).

Il modello B apre solo ai non permanenti con un mandato più lungo a rotazione regionale.

L'Italia va sostenendo da anni  che l'ipotesi A è “inaccettabile”, al contrario dell'ipotesi B che viene considerata “migliorabile e modificabile”. E' partendo da questa convinzione che la diplomazia italiana, con a capo l'ambasciatore presso le Nazioni Unite Marcello Spatafora, ha promosso il movimento “Uniting for consensus”. Una piattaforma di discussione - spiegano alla Farnesina - che “va al di là del Coffee Club e dell'ipotesi B”. E che, soprattutto, ha già guadagnato un consenso maggiore di quanto non abbia riscosso il modello B dimostrando che il modello A non ha la maggioranza necessaria di due terzi come sostengono Berlino e Tokio. Grazie soprattutto allo sforzo diplomatico dell'Italia (i sottosegretari agli Esteri sono stati impegnati in tour de force senza precedenti nei cinque continenti per raccogliere sottoscrizioni al documento), il numero dei Paesi entrati a far parte dello 'Uniting for consensus' e' passato nelle ultime settimane dai 20 iniziali ai 60 di meta' marzo, ai 107 che si ritroveranno domani sera nel salone dell'Hotel Roosevelt qui a New York.

 Il Ministro Fini domani mattina avra' il primo impegno della giornata  all'Istituto di cultura 'Dante Alighieri' con gli organizzatori dei corsi di lingua italiana. Un appuntamento simbolico in un momento in cui l'uso della lingua italiana nei lavori della Commissione europea e' apparso a rischio proprio mentre, come ha sottolineato la Farnesina, l'insegnamento nelle scuole d'Oltreoceano vive una stagione di grande espansione.

Il vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini,successivamente si trasferirà a Washington. Nel corso della sua visita, martedì 12 e mercoledì 13 aprile, incontrerà il vice presidente degli Stati Uniti Dick Cheney. Mercoledì Fini avrà un colloquio con il Segretario di Stato statunitense Condoleezza Rice al quale seguirà un faccia a faccia con il nuovo consigliere per la Sicurezza nazionale americano Stephen Hadley.

                                                                             Attilio Pisani




 
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