ZURIGO - (Italia Estera) - Le ACLI della Svizzera - informa un comunicato - si uniscono al cordoglio profondo e al dolore di milioni di persone in ogni parte del mondo per la morte del Santo Padre Giovanni Paolo II. In questi giorni abbiamo pregato e trepidato per il Sommo Pontefice, che anche nelle ore della sofferenza ha dato testimonianza della Sua immensa umanità e del suo affetto per i giovani. Meno di un anno fa, il 6 giugno 2004, in occasione della Sua visita in Svizzera, avevamo gioito a Berna insieme a tantissimi immigrati per le parole rivolte dal Santo Padre ai fedeli e ai giovani, che come in tante altre occasioni avevano accolto il Papa con un entusiasmo incredibile, alleviandone magicamente le sofferenze fisiche. Giovanni Paolo II ha testimoniato sempre attenzione per l'emigrazione, un fenomeno che conosceva fin da giovane, poiché anche dalla sua amata Polonia erano partiti milioni di cittadini verso terre lontane in cerca di lavoro e di pane, e la sua benedizione ha accompagnato sempre gli emigrati.
Come associazione di lavoratrici e lavoratori cristiani impegnati ad affrontare le sfide del nostro tempo e a difendere la dignità dell'uomo nella società e nel mondo del lavoro, siamo grati al Santo Padre per la sua particolare attenzione alle questioni del lavoro. Ci lascia in eredità tre encicliche (Laborem exercens, Sollicitudo rei socialis, Centesimus annus) che attestano la grandezza del suo magistero in tema di dottrina sociale della Chiesa, e la condanna sia del capitalismo estremo sia del collettivismo quando riducono il lavoro umano "a merce", spogliandolo di valori morali e solidali.
In noi resterà per sempre indelebile il ricordo delle parole rivolteci dal Santo Padre nel 1995 per il cinquantenario delle ACLI, in una piazza San Pietro gremita di aclisti, e dell'invito ad allargare i confini della nostra azione sociale rivoltoci in occasione dell'incontro del 2002, in occasione della Conferenza Organizzativa e Programmatica della nostra associazione. Poiché allargare i confini significa operare concretamente per costruire "una società del lavoro libero, dell'impresa e della partecipazione", dando sostanza a nuove e condivise prospettive di autentico sviluppo.
ACLI Svizzera