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26 mar 2005Regionali, Berlusconi: ''Vince chi prende più voti'' – Prodi: ''8 a 6 sarebbe una grande vittoria''

(Italia Estera) - ROMA - Alle regionali conta il numero di voti complessivi ottenuti e sarà la Cdl a prevalere sull'Unione. Così Silvio Berlusconi in una intervista a Piero Vigorelli che, insieme a quella a Romano Prodi, andranno in onda domani, domenica e lunedì sulle reti Mediaset. ''Io penso che le regioni più importanti manterranno il governo che hanno avuto in questi anni e che ha portato molti vantaggi ai cittadini'', ripete il premier. Berlusconi chiarisce: ''Per quanto riguarda il risultato sul piano politico nazionale, penso che si debba guardare più che al numero delle regioni al numero dei voti. E quindi credo che una parte potrà dire di aver prevalso sull'altra se nell'insieme di tutte le regioni avrà avuto più voti dell'altra. Sono convinto che questa parte sarà la Casa delle libertà''.

Poi l'accusa alla sinistra di non aver realizzato un programma unitario. ''Prodi non è riuscito a farlo'', sottolinea. ''Per la sinistra il programma non è poi così importante. Questa sinistra deriva direttamente dal partito comunista italiano, i dirigenti del partito dei Ds sono gli stessi del Pci -dice Berlusconi-. In fondo in fondo, hanno mantenuto anche gli stessi profondi sentimenti, come quello emerso recentemente, non nei Ds ma con Bertinotti, che ha detto che bisogna andare progressivamente verso l'abolizione della proprietà privata''.

''Per la sinistra -sottolinea il premier quel che conta è conquistare e poi gestire il potere. E' questo l'unico e il vero programma della sinistra''.

Quindi, il premier sottolinea i meriti della legge Biagi. La creazione di nuovi posti di lavoro in Italia è stata superiore alla media europea e questo ''si deve al fatto che il governo italiano è intervenuto nel mercato del lavoro dotandolo, grazie alla legge e al sacrificio del professor Biagi, di una flessibilità che è la più avanzata e la più dinamica in Europa''. Adesso, ''con le nuove leggi e regolamenti -dice il presidente del Consiglio- i giovani possono essere assunti dalle imprese a tempo determinato e quando questi giovani (...) si manifestano per quello che sono, gli imprenditori e le imprese non hanno alcuna difficolà ad assumerli''.

Ad alcuni esponenti dell'opposizione, i quali dicono che se ritorneranno al governo aboliranno la 'legge Biagi', il presidente del Consiglio, risponde che ''è una scelta ideologica e masochista, perché significa tornare indietro, chiudere gli occhi di fronte alla realtà e ai miglioramenti che questa legge ha prodotto...''.

Quanto alla situazione economica del Paese, Berlusconi commenta i dati diffusi dall'Istat: ''L'inflazione è al 2,1% mentre l'aumento dei salari è stato del 2,8%. Sono risultati che testimoniano una situazione positiva. Quindi, non c'è stato un impoverimento delle famiglie anche se è vero che con l'euro, per certi prezzi come quelli degli esercizi pubblici, c'è stato un incremento che ha fatto percepire a tutti noi un aumento verticale del costo della vita''. Per il premier, se si fa riferimento ai dati dell'Istat, ''non dovrebbe esserci in teoria nessuna famiglia che trovi difficoltà maggiori ad arrivare a fine mese''. ''In verità -aggiunge il Premier- ci sono famiglie che hanno questa difficoltà e sono soprattutto quelle che non hanno la proprietà della casa. Credo che esista una divisione fra le famiglie italiane: chi non deve pagare l'affitto e chi deve farlo''.

E allora, fa notare ancora il premier, ''occorre un incremento generalizzato del benessere, un ulteriore incremento dei nuovi posti di lavoro, ne abbiamo già creati quasi un milione e mezzo in più, e stiamo andando nella direzione positiva, nonostante la difficile situazione internazionale''.

 

Regionali, Prodi: ''8 a 6 sarebbe una grande vittoria''

Il professore sulle Riforme: ''La mia ricetta è non fare la devolution. Giusto rafforzare prerogative del premier, sbagliato indebolire gli altri poteri''

 ''Se la vittoria e la sconfitta si decidono con le bandierine, allora se invece di sei bandierine ne avremo una in più, è già una vittoria. Se ne avremo due in più, è una grande vittoria''.

 Cosi' il leader dell'Unione, Romano Prodi, dal canto suo nell'intervista a Piero Vigorelli, che insieme a  quella con Berlusconi sara' trasmessa sulle reti Mediaset, parla delle elezioni a poco più di una settimana dalla consultazione elettorale. Il professore non risparmia critiche alla Cdl e accusa il premier, Silvio Berlusconi sul tema caldo del momento, quello delle riforme. In primis sul modello istituzionale. ''Sono sempre stato per il bipolarismo - dice Prodi - e il premier forte e ho sempre combattuto per questo''. ''Ma se si vuole un premier forte - puntualizza - deve essere bilanciato dagli altri poteri democratici dello Stato, nel nostro caso, dal presidente della Repubblica, dal Parlamento, dalla Corte costituzionale e dal potere giudiziario. La riforma invece indebolisce questi poteri in modo tale che non esercitano piu' la loro funzione di equilibrio e di arbitro. E se ci fosse un conflitto tra il primo ministro e il Parlamento avverte il professore ''sarebbe il primo ministro a mandare a casa il Parlamento''.

Per quanto riguarda la devolution, Prodi non ha dubbi. ''La mia ricetta è che non si faccia''. Il Professore prende spunto dalla situazione della sanità per chiarire il suo pensiero: ''Se la regione vuol mettere il ticket lo mette, se non vuole non lo mette. Ma il problema del diritto alla salute è un problema di importanza tale per cui non è che noi possiamo dire che la Lombardia puo' usare tutti i suoi mezzi perché ne ha di più, mentre i calabresi non saranno curati e non potranno neppure andare a farsi curare nelle altre regioni come adesso avviene. La sanità -ribadisce - deve rimanere di competenza regionale, ma i diritti fondamentali devono essere uguali per tutti i cittadini.''

Altro argomento della riflessione prodiana è quello del fisco. Dove, rammenta il professore, abbiamo il grave problema dell'evasione massiccia. Questo infatti ricorda il capo dell'Unione è ''il paese delle massime evasioni fiscali, questo è il paese in cui con il condono si trasmette un messaggio ai cittadini: 'Potete comportarvi male, perché tanto c'è un condono'. Quindi l'ubbidienza alle leggi è sempre piu' debole e sempre meno seguita.''

 




 
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