24 mar 2005 | Riammessa la lista della Mussolini ( Alternativa Sociale) alle elezioni regionali del Lazio |
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(Italia Estera) - ROMA - Ore18.40 , un urlo, “vittoria!”, e un abbraccio fra l’avvocato Vecchio e Tilgher, cosegretario di Alternativa Sociale, ad annunciare che il Consiglio di Stato ha emesso la decisione meno pronosticata fra le due possibili: quella che ha riammesso la lista di Alternativa Sociale alle elezioni regionali del Lazio. Il Consiglio di Stato “accoglie l’appello e, in riforma dell’ordinanza impugnata, accoglie l’istanza cautelare proposta in primo grado e dispone l’ammissione delle liste alla competizione elettorale”. Così l’ordinanza dei giudici amministrativi, che sospendono l’esclusione dalle prossime regionali, come deciso dall’ufficio elettorale e confermato dal Tar, della lista della Mussolini. “Finalmente il Consiglio di Stato ha dimostrato che c’é una giustizia e un’amministrazione trasparente. Non ci speravo più”, dice Alessandra Mussolini che solo poche ore prima aveva detto di “non aspettarsi un esito favorevole dal ricorso”. “E’ una grande soddisfazione, sapevamo di trovarci di fronte ad un procedimento e ad un provvedimento illegittimi”, dice l’avvocato Federico Vecchio, uno dei legali di As. Da Mussolini a Storace arrivano rassicurazioni sulla data del 3 e 4 aprile per il voto, ma sono in diversi gli esponenti politici nazionali parlano di possibile annullamento della consultazione elettorale. Secondo i giudici del Consiglio di Stato “le firme depositate presso l’Ufficio elettorale centrale regionale sono state autenticate da pubblici ufficiali a ciò abilitati. I pubblici ufficiali che hanno autenticato le firme hanno attestato di avere identificato i sottoscrittori mediante i documenti di identità personale segnati a margine di ciascun nominativo e che di tale dichiarazione, facente fede, non è stata accertata la falsità nei modi previsti dalla legge”. Sul punto la sentenza ha confermato ciò che aveva detto uno degli avvocati di As, Vincenzo Cirulli Irelli: “L’autenticità delle firme fa prova fino a querela di falso. Per noi le firme presentate sono valide ed eventuali casi di irregolarità non sono causa per buttare a mare la lista”. Secondo i giudici amministrativi, “la legislazione in materia elettorale non prevede un potere specifico di revoca dell’ammissione delle liste e pertanto il provvedimento impugnato costituisce esercizio di poteri di annullamento”. Il collegio ha stabilito anche che “é indispensabile instaurare un contraddittorio con la parte appellante, in ordine ai fatti che hanno determinato la revoca dell’ammissione delle liste”. Per un altro avvocato del pool di Alessandra Mussolini, Francesco Rosi, quest’ultimo è uno dei passi cardine dell’ordinanza. “Per i giudici - dice - non è pensabile che un provvedimento di revoca possa essere adottato senza aver ascoltato tutte le parti”. L’udienza davanti alla quinta sezione, questa mattina, era durata circa un’ora. I legali della Mussolini avevano basato il ricorso su tre punti: la mancata partecipazione di As al procedimento di esclusione della lista, l’utilizzo di documentazione illegale per decidere e l’opposizione del segreto istruttorio alla richiesta di accesso agli atti. “Si diceva che i numeri delle carte di identità fossero diversi da quelli di documenti anagrafici - ha detto l’avvocato Vecchio - Ma non sappiamo quali sono le 860 sottoscrizioni contestate perché non ce le hanno fatte vedere”. L’ordinanza del Consiglio di Stato ha accolto quindi la richiesta di sospendere il provvedimento di esclusione in attesa del giudizio di merito che il Tar discuterà il 28 aprile. E anche su questa decisione si potrà presentare ricorso al Consiglio di Stato.
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