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28 giu 2002A "Marostica in Jazz" groove afroamericano e suoni ancestrali dal Senegal

- VENEZIA - Dopo i ritmi argentini dei Cordoba Reunion, le sonorità etniche del gruppo di Li Calzi, la chitarra balcanica di Aco Bocina e il jazz storico di Benny Golson, il calendario di "Marostica in Jazz" si arricchisce di nuove contaminazioni che toccano latitudini diverse.
Stavolta sono i suoni ancestrali dell’Africa ad incontrare i linguaggi musicali elaborati dagli africani d’America. Un testimonianza di come differenti culture musicali possano influenzarsi reciprocamente senza smarrire la loro identità.
In scena stasera alle 22.00 in Piazza degli Scacchi, i Sigi Finkel & African Heart, ovvero il sassofonista austriaco leader del gruppo e tre cantanti-percussionisti africani discendenti da una delle più importanti famiglie "Griots" del Senegal. Con loro Werm Wurm al trombone e alle tastiere e Martin Mondl al basso. Un progetto interessante, multietnico nel senso più profondo, che trova nella fusione fra la musica tradizionale per percussioni dell’Africa occidentale, il jazz e le canzoni africane di ispirazione mistica la sua completezza.
Premiati nel 1997 come miglior band dell’anno al Jazz-Fest di Vienna, i Sigi Finkel & African Heart hanno intrapreso un tour che ha toccato Austria, Germania, Turchia e Grecia, ma anche Senegal e Gambia. Coinvolgente la presenza dei "griots of Dakar", ovvero dei discendenti di una delle famiglie senegalesi più antiche e rispettate, cantanti e percussionisti che per tradizione presenziano alle più importanti celebrazioni e cerimonie del loro popolo. Non a caso artisti come Youssou N’Dour si sono avvalsi della loro collaborazione
Nel sound del gruppo emergono i caratteri della musica africana in generale (strutture antifonali e poliritmie) e senegalesi in particolare (ad esempio, l’uso del talking drum da una parte e di percussioni suonate a tecnica mista, mano nuda e bacchetta, dall’altra), ai quali si unisce una cultura dal groove tipicamente afroamericana, ma che tornando dall’Africa ha chiuso il cerchio di uno sviluppo storico nato con la piaga dello schiavismo e conclusosi con la prodigiosa fioritura di musiche nere.
Un spettacolo che si preannuncia caldo, coinvolgente, fortemente evocativo.
I momenti del pre-concerto si vivono al Caffè Nazionale fin dalle 20.00 con altri gustosi concerti jazz. La notte è invece al Panic Jazz Club con jam session d’autore: il trio di Bobby Durham e un’ospite eccezionale… ritorna a Marostica la grande voce nera di Shawnn Monteiro.
L’ingresso a tutti i concerti è gratuito.




 
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