(Italia Estera) - ROMA -
Il Csm boccia il Pdl sulla recidiva, quella della riforma in termini di prescrizione. Secondo i giudici la futura applicazione del nuovo regime della prescrizione in corso comporterà che "quasi tutti i processi per reati puniti con la pena della reclusione, compresa nel massimo fra i cinque e i sei anni, e la grande maggioranza di quelli per reati puniti con la pena della reclusione massima di otto anni sono destinati a sicura prescrizione". Per il ministro Castelli "il Csm è un organo politico" Un'analisi compiuta presso la Corte d'Appello di Bologna ha stimato che per tale fascia di delitti "sul totale dei processi iniziati davanti al giudice la quota destinata a prescriversi dall'attuale livello, pari al 9,60 passerebbe a circa il 47 per cento", il che, in termini assoluti, equivarrebbe ad una quantita' di processi pari a 4.500.
Con sedici voti a favore, tre contrari ed un astenuto il plenum ha infatti approvato una risoluzione con quale la norma in questione viene bocciata su due piedi.
La legge diminuisce drasticamente i tempi di prescrizione di alcuni gravi reati (corruzione, violenza, minaccia a pubblico ufficiale, truffa, usura, rivelazione di segreto di Stato, ecc), una manovra legislativa che, secondo le opposizioni, è stata ideata con il solo scopo di salvare dal carcere il parlamentare di Forza Italia Cesare Previti.
Per il Csm, però, una volta licenziata dal Parlamento, la norma tornerà utile a numerosi altri criminali e dunque "rischia di determinare un ulteriore effetto di ritardo nella definizione dei processi, con grave violazione del principio della ragionevole durata".
"L'applicazione del nuovo regime ai processi in corso - si legge nel testo della risoluzione - comporterà un vero e proprio cataclisma organizzativo all'interno di un sistema di giustizia penale che già oggi riesce con assoluta difficoltà a fronteggiare il numero elevatissimo di procedimenti".
Non solo, come pure avevano affermato i Giudici dell'Anm, anche il Csm ha voluto ribadire che la ex Cirielli sarà la causa della "vanificazione di gran parte del lavoro svolto dall'intero sistema giudiziario nel corso di alcuni anni".
Il plenum del Csm sposa dunque a pieno l'allarme lanciato da diversi operatori del settore, inclusa la suprema Corte di Cassazione. Anche il presidente della Cassazione, Nicola Marvulli, ha votato a favore di questa risoluzione. Una proposta non accolta pero' dai laici del Polo che hanno votato la proposta presentata dal professor Spangher. Una proposta in cui si sottolinea, fra l'altro, "che il dato indiscutibilmente positivo della riforma e' rappresentato dall'eliminazione dei poteri discrezionali da parte del giudice nel riconoscimento della prescrizione dei reati".
Intervenendo nella discussione il consigliere Nicola Buccico ha contestato la tesi "secondo cui la riforma determinerebbe un effetto criminogeno. La tesi - ha detto - e' paradossale ed estremistica e muove da pregiudizi marcatamente ideologici". Per Buccico possono essere apprezzati nella legge all'esame del Senato "la certezza del termine prescrizionale e la razionale regolamentazione degli impedimenti dell'imputato e del difensore. Perplessita' suscitano le norme in tema di ampliamento della concessione delle attenuanti e dell'eliminazione della facoltativita' della recidiva, che obbediscono ad automatismi non condivisibili".
Il ministro della Giustizia Roberto Castelli replica alla risoluzione approvata oggi a larga maggioranza dal Plenum del Csm.