(Italia Estera) - ROMA –Ai religiosi che si riuniscono in questi giorni nel primo Convegno Internazionale dei Missionari Italiani in Emigrazione, questa mattina Papa Giovanni Paolo II, nel corso dell’ udienza del mercoledì, ha rivolto loro un saluto particolare:"Auguro a voi ogni desiderato bene " ha detto il Pontefice, che - appena ripreso dai recenti problemi di salute - non si è affacciato dalla tradizionale finestra, ma si è collegato in teleconferenza con i fedeli raccolti in Piazza San Pietro per ricevere la benedizione.
Prima, all'interno della Basilica, è stata celebrata la Santa Messa alla presenza dei quasi 200 sacerdoti e suore convenuti all'evento organizzato dal Ministero per gli Italiani nel Mondo e dalla Fondazione Migrantes. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da Monsignor Lino Bortolo Belotti, Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni (CEMI) e la concelebrazione di Monsignor Gullermo José Garlatti, Vescovo di Bahia Blanca (Argentina), Monsignor Demetrio Luis Valentini, Vescovo di Jalez (Brasile). I religiosi si sono succeduti nella recitazione di preghiere rivolte alle comunità migranti italiane e di tutto il mondo e ai colleghi missionari, che le hanno seguite con abnegazione e "camminano al loro fianco, affinché nell'ascolto di queste persone che hanno lasciato la loro patria scoprano la vera identità del cristiano per il quale ogni terra straniera è patria e ogni patria è terra straniera".
Parole tratte dal Vangelo e più volte citate anche durante i lavori del convegno così come quelle di Gesù, "ero straniero e mi avete accolto", che chiudono il momento dell'omelia.
Infine Monsignor Lino Bortolo Belotti legge il discorso che si sarebbe dovuto tenere al cospetto del Pontefice, in cui si ricorda il pensiero espresso da Giovanni Paolo II in occasione della Giornata dei Migranti e dei Rifugiati a proposito del concetto di convivenza fra culture diverse "che può giungere fino alla simpatia" nel senso più letterale del termine. Si sottolinea ancora una volta come il ruolo dei missionari sia quello fondamentale di "uomini e donne ponte fra la nostra Chiesa e quelle locali". Il rito si è poi concluso con la recitazione di un'Ave Maria per la salute del Santo Padre.