- PERUGIA - Cento lavoratori immigrati potranno passare “dalla stagionalita’ alla piena occupazione” nel settore del tabacco grazie al progetto pilota “MOAF: modello di occupazione a filiera” che e’ stato presentato nel corso di un seminario, a Perugia, a cui hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale all’agricoltura Gianpiero Bocci, il direttore e il responsabile amministrativo del Progetto, Marisa Paradisi e Carlo Sacchetto, e Oriano Gioglio, in rappresentanza dei diversi partners che hanno aderito all’iniziativa.
Il “Moaf”, che rientra nell’ambito della iniziativa comunitaria risorse umane (“Equal”) finanziata dal Fondo Sociale Europeo, e’ stato messo a punto e curato da un’associazione temporanea di imprese, di cui fanno parte l’Associazione professionale trasformatori tabacchi italiani (“Apti”), l’Unione nazionale delle associazioni dei produttori di tabacco (“Unitab”), l’Istituto nazionale di istruzione professionale in agricoltura, della Coldiretti (“Inipa”) e le societa’ di consulenza “Le Fonti”, “De Lorenzo Formazione” e “Coop. Monte Patino”.
Realizzata in partnership con imprese nazionali del settore, l’iniziativa ha lo scopo di fornire servizi utili a professionalizzare i lavoratori extracomunitari per occuparli nelle imprese e nei distretti locali.
Nella filiera del tabacco, - e’ stato evidenziato durante il seminario - la richiesta di manodopera viene soddisfatta in maniera consistente da personale extracomunitario che, tuttavia, accede al mercato del lavoro con modalita’ che non ne permettono la qualificazione e la stabilita’ occupazionale.
Per l’assessore Gianpiero Bocci si tratta di un progetto innovativo, che favorisce la legalita’ e la trasparenza attraverso l’emersione del lavoro nero. Il progetto – ha aggiunto – consente l’inserimento lavorativo di un consistente numero di extracomunitari nel tessuto economico e sociale della regione e concorre a formare manodopera qualificata spendibile sul mercato ed utile a migliorare la qualità e la competitività delle produzioni”.
L’attuazione del progetto prevede l’inserimento iniziale del lavoratore extracomunitario nel lavoro nei campi (fase agricola di produzione), poi in quello della prima trasformazione industriale e, al termine di questo periodo (generalmente sei/sette mesi), grazie alle maggiori competenze acquisite, il suo impiego in altre produzioni agroalimentari.
Le imprese della filiera del tabacco italiano – e’ stato detto durante il seminario - saranno quindi gli attori di un progetto sperimentale, trasferibile ad altre filiere agroindustriali, finalizzato a professionalizzare e stabilizzare l’occupazione immigrata quale fattore strategico per la qualita’ delle produzioni.
L’operazione riguarda circa cento lavoratori extracomunitari provenienti dai bacini occupazionali dell’Umbria, della Campania e del Veneto.
Il percorso progettuale si basa anche su interventi di preparazione tecnica di base, integrazione culturale, linguistica, servizi per il superamento delle problematiche logistiche, valorizzazione dell’interculturalita’.