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08 feb 2005A Sharm Abbas e Sharon annunciano il cessate il fuoco

Il vertice di Sharm potrebbe sancire la fine della Seconda Intifada.

 Ecco le tappe più importanti di quattro anni e mezzo di violenze con oltre 3350 vittime palestinesi e 970 israeliani.

 - 28 settembre 2000: Sharon, all'epoca leader del
Likud, visita la spianata delle Moschee a Gerusalemme
innescando la reazione dei palestinesi. E' l'inizio della
rivolta.
 - 7 marzo 2001: Sharon si insedia a premier dopo aver
battuto il laburista Ehud Barak nelle elezioni del 6 febbraio.
 - 27 marzo 2002: un kamikaze si fa saltare in aria in
un albergo di Netanya dove si festeggia la Pasqua ebraica, 29
morti.
 - 30 aprile 2003: il Quartetto presenta alle parti la
Roadmap, un percorso in più tappe per arrivare alla pace tra
Israele e palestinesi.
 - 2 febbraio 2004: Sharon annuncia che saranno evacuati
tutti gli insediamenti ebraici della striscia di Gaza.
 - 22 marzo 2004: le forze israeliane uccidono lo
sceicco Ahmed Yassin, fondatore di Hamas. Il 18 aprile è la
volta del suo successore, Abdel Aziz Rantissi.
 - 9 luglio 2004: la Corte internazionale di giustizia
dell'Aja afferma che la barriera di sicurezza israeliana è
illegale e deve esser smantellata.
 - 11 novembre 2004: muore il presidente dell'Anp,
Yasser Arafat.
 - 9 gennaio 2005: Mahmoud Abbas è eletto trionfalmente
presidente dell'Anp.
 - 3 febbraio 2005: dopo che le forze si sicurezza
dell'Anp si sono schierate nel nord della striscia di Gaza per
impedire attacchi anti-israeliani, Israele dispone il ritiro da
cinque città della Cisgiordania e annuncia il rilascio di 900
detenuti palestinesi.

  (Italia Estera) - SHARM EL SHEIKH - La forza della pace ha prevalso su quattro anni e mezzo di orrori. Un momento storico che potrebbe cambiare la geopolitica di tutto il Medio Oriente. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas e il premier israeliano Ariel Sharon hanno infatti trovato l'accordo sull'immediato cessate il fuoco. 

L'intesa  è stata raggiunta nel corso dell'atteso summit presieduto dal presidente egiziano Hosni Mubarak e dal re Abdallah II di Giordania.

"Abbiamo concordato con il primo ministro israeliano - ha dichiarato il presidente palestinese Abbas - di mettere fine a tutti gli atti di violenza contro gli israeliani e contro i palestinesi, ovunque essi si trovino".

Il presidente egiziano Mubarak ha ricordato il ripristino del processo di pace in Medio Oriente definito "un vero e proprio cambio di rotta". Mubarak ha poi sottolineato "lo spirito positivo" creatosi tra israeliani e palestinesi e ha detto che spera che si arrivi a una "onesta e seria" applicazione della roadmap. Il piano di pace delineato dal "quartetto di Madrid" composto da Stati Uniti, Unione Europea, Onu e Russia.

Il presidente egiziano ha aperto gli interventi della sessione plenaria del vertice evidenziandone l'importanza. " I leader israeliano e palestinese - ha affermato - si sono incontrati per lavorare insieme con la determinazione di voltare pagina sugli anni difficili in cui innocenti sono stati uccisi, in cui è stato versato sangue e distruzione".

Grande soddisfazione è stata espressa anche dal re di Giordania Abdallah II. Un entusiasmo confermato dalla sua volontà e quella del presidente Mubarak di visitare Israele. Un invito è stato formulato dal premier Sharon. E non è stato l'unico. Il premier ha infatti invitato il presidente palestinese Abbas nella sua fattoria nel deserto del Negev.  

Tranquillità, sicurezza e pace. Queste le priorità assolute emerse dal vertice di Sharm per concludere la seconda Intifada.

Il primo ministro Ariel Sharon ha confermato infatti che Israele adotterà "misure confidenziali" nei Territori.  A cominciare dalla liberazione dei prigionieri palestinesi. 

Quali le altre iniziative?  Il ritiro delle truppe da Gaza che è iniziato come atto unilaterale si convertirà in una misura per spianare la strada della pace. Secondo il piano delineato dal quartetto di Madrid che prevede la formazione dello Stato palestinese.

Il passaggio del controllo all'Anp di cinque città palestinesi autonome della Cisgiordania inizierà entro tre settimane. Un'operazione considerata necessaria per il processo di pace. La prima città sarà Gerico e a seguire Qalqilya, Tulkarem, Betlemme e infine Ramallah. 

Sharon ha invocato anche sforzi concreti per combattere il terrorismo. "Tutti dobbiamo lavorare senza pausa - ha dichiarato il premier - Solo i fatti e non le parole contribuiranno alla creazione dei due Stati".

Il premier ha anche assicurato ai palestinesi che Israele non ha nessuna intenzione di governare sul loro destino mentre ha invitato gli israeliani ad essere realisti e a rinunciare a alcune prospettive. Una necessità per un obiettivo importante. Vivere finalmente senza violenze.

Il processo di pace prevede la coesistenza dei due Stati secondo le frontiere del 1967.

Sharon si è mostrato consapevole del grande momento storico. "Non possiamo perdere l'opportunità di mettere in pratica ha detto - quello che abbiamo sognato per anni. Tranquillità, sicurezza e pace."

Una speranza che è anche ferma volontà del presidente palestinese. Abbas ha ricordato come tra israeliani e palestinesi sia arrivato finalmente "il momento della pace" nonostante le minacce di Hamas che non si sente vincolato dal cessate il fuoco. 

"La dichiarazione del cessate il fuoco - ha affermato Osama Hamdan responsabile del gruppo Hamas in Libano -  non è vincolante per la resistenza perché è il risultato di una decisione unilaterale e non del dialogo".

E una conferma è arrivata a Gaza da Muchir al-Masri portavoce di Hamas. "L'annuncio è un'espressione dell'Autorità  ma non dei movimenti palestinesi". Un'ombra preoccupante sul processo di pace. Una pace che si determinerà inevitabilmente con uno Stato palestinese indipendente. 

Il vertice di Sharm potrebbe sancire la fine della Seconda Intifada.

 Ecco le tappe più importanti di quattro anni e mezzo di violenze con oltre 3350 vittime palestinesi e 970 israeliani.

 - 28 settembre 2000: Sharon, all'epoca leader del
Likud, visita la spianata delle Moschee a Gerusalemme
innescando la reazione dei palestinesi. E' l'inizio della
rivolta.
 - 7 marzo 2001: Sharon si insedia a premier dopo aver
battuto il laburista Ehud Barak nelle elezioni del 6 febbraio.
 - 27 marzo 2002: un kamikaze si fa saltare in aria in
un albergo di Netanya dove si festeggia la Pasqua ebraica, 29
morti.
 - 30 aprile 2003: il Quartetto presenta alle parti la
Roadmap, un percorso in più tappe per arrivare alla pace tra
Israele e palestinesi.
 - 2 febbraio 2004: Sharon annuncia che saranno evacuati
tutti gli insediamenti ebraici della striscia di Gaza.
 - 22 marzo 2004: le forze israeliane uccidono lo
sceicco Ahmed Yassin, fondatore di Hamas. Il 18 aprile è la
volta del suo successore, Abdel Aziz Rantissi.
 - 9 luglio 2004: la Corte internazionale di giustizia
dell'Aja afferma che la barriera di sicurezza israeliana è
illegale e deve esser smantellata.
 - 11 novembre 2004: muore il presidente dell'Anp,
Yasser Arafat.
 - 9 gennaio 2005: Mahmoud Abbas è eletto trionfalmente
presidente dell'Anp.
 - 3 febbraio 2005: dopo che le forze si sicurezza
dell'Anp si sono schierate nel nord della striscia di Gaza per
impedire attacchi anti-israeliani, Israele dispone il ritiro da
cinque città della Cisgiordania e annuncia il rilascio di 900
detenuti palestinesi.

  (Italia Estera) - SHARM EL SHEIKH - La forza della pace ha prevalso su quattro anni e mezzo di orrori. Un momento storico che potrebbe cambiare la geopolitica di tutto il Medio Oriente. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas e il premier israeliano Ariel Sharon hanno infatti trovato l'accordo sull'immediato cessate il fuoco. 

L'intesa  è stata raggiunta nel corso dell'atteso summit presieduto dal presidente egiziano Hosni Mubarak e dal re Abdallah II di Giordania.

"Abbiamo concordato con il primo ministro israeliano - ha dichiarato il presidente palestinese Abbas - di mettere fine a tutti gli atti di violenza contro gli israeliani e contro i palestinesi, ovunque essi si trovino".

Il presidente egiziano Mubarak ha ricordato il ripristino del processo di pace in Medio Oriente definito "un vero e proprio cambio di rotta". Mubarak ha poi sottolineato "lo spirito positivo" creatosi tra israeliani e palestinesi e ha detto che spera che si arrivi a una "onesta e seria" applicazione della roadmap. Il piano di pace delineato dal "quartetto di Madrid" composto da Stati Uniti, Unione Europea, Onu e Russia.

Il presidente egiziano ha aperto gli interventi della sessione plenaria del vertice evidenziandone l'importanza. " I leader israeliano e palestinese - ha affermato - si sono incontrati per lavorare insieme con la determinazione di voltare pagina sugli anni difficili in cui innocenti sono stati uccisi, in cui è stato versato sangue e distruzione".

Grande soddisfazione è stata espressa anche dal re di Giordania Abdallah II. Un entusiasmo confermato dalla sua volontà e quella del presidente Mubarak di visitare Israele. Un invito è stato formulato dal premier Sharon. E non è stato l'unico. Il premier ha infatti invitato il presidente palestinese Abbas nella sua fattoria nel deserto del Negev.  

Tranquillità, sicurezza e pace. Queste le priorità assolute emerse dal vertice di Sharm per concludere la seconda Intifada.

Il primo ministro Ariel Sharon ha confermato infatti che Israele adotterà "misure confidenziali" nei Territori.  A cominciare dalla liberazione dei prigionieri palestinesi. 

Quali le altre iniziative?  Il ritiro delle truppe da Gaza che è iniziato come atto unilaterale si convertirà in una misura per spianare la strada della pace. Secondo il piano delineato dal quartetto di Madrid che prevede la formazione dello Stato palestinese.

Il passaggio del controllo all'Anp di cinque città palestinesi autonome della Cisgiordania inizierà entro tre settimane. Un'operazione considerata necessaria per il processo di pace. La prima città sarà Gerico e a seguire Qalqilya, Tulkarem, Betlemme e infine Ramallah. 

Sharon ha invocato anche sforzi concreti per combattere il terrorismo. "Tutti dobbiamo lavorare senza pausa - ha dichiarato il premier - Solo i fatti e non le parole contribuiranno alla creazione dei due Stati".

Il premier ha anche assicurato ai palestinesi che Israele non ha nessuna intenzione di governare sul loro destino mentre ha invitato gli israeliani ad essere realisti e a rinunciare a alcune prospettive. Una necessità per un obiettivo importante. Vivere finalmente senza violenze.

Il processo di pace prevede la coesistenza dei due Stati secondo le frontiere del 1967.

Sharon si è mostrato consapevole del grande momento storico. "Non possiamo perdere l'opportunità di mettere in pratica ha detto - quello che abbiamo sognato per anni. Tranquillità, sicurezza e pace."

Una speranza che è anche ferma volontà del presidente palestinese. Abbas ha ricordato come tra israeliani e palestinesi sia arrivato finalmente "il momento della pace" nonostante le minacce di Hamas che non si sente vincolato dal cessate il fuoco. 

"La dichiarazione del cessate il fuoco - ha affermato Osama Hamdan responsabile del gruppo Hamas in Libano -  non è vincolante per la resistenza perché è il risultato di una decisione unilaterale e non del dialogo".

E una conferma è arrivata a Gaza da Muchir al-Masri portavoce di Hamas. "L'annuncio è un'espressione dell'Autorità  ma non dei movimenti palestinesi". Un'ombra preoccupante sul processo di pace. Una pace che si determinerà inevitabilmente con uno Stato palestinese indipendente. 




 
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