Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
05 feb 2005La tre giorni di congresso dei DS. Italiani all’estero: 32 delegazioni a tu per tu con D’Alema e Fassino

(Italia Estera) - ROMA - Si è aperto sulle note dell'Inno dell'Internazionale e dell'Inno d'Italia il 3° Congresso Nazionale dei Democratici di Sinistra. E con un lungo applauso al rinnovato segretario generale Piero Fassino.
Ma la platea gremita all'interno del palazzetto dello sport dell'Eur a Roma, per la tre giorni di congresso che si è chiusa oggi sabato 5 febbraio, ha accolto con un lungo e caloroso applauso anche il leader della coalizione di centro-sinistra, Romano Prodi, che, presente in sala insieme a tutti i maggiori rappresenti dei partiti dell'Ulivo, è salito sul palco per salutare, insieme a Fassino, la platea.

Presenti, tra gli altri, al Palalottomatica il presidente della Camera Casini e del parlamento europeo Borrell ed oltre 100 tra delegati provenienti dalle sezioni Ds di tutto il mondo e ospiti rappresentanti delle comunità italiane all'estero.

Dopo Piero Fassino, anche Massimo D’Alema schiera il congresso dei Ds sulla linea dell’esultanza per le elezioni irachene, la stessa espressa subito da Romano Prodi. Non è stata una brusca sterzata, quella compiuta dai leader della Quercia, ma un cambio di direzione c’é stato dopo mesi di polemiche contro l’intervento in Iraq. Né D’Alema né Fassino parlano del decreto sul rifinanziamento della missione italiana in Iraq, dove il centrosinistra dovrebbe riconfermare il suo no anche per evitare rotture con la sinistra radicale.

 

Ma nelle parole dei due leader si coglie la volontà di aggiustare il tiro dopo la primavera elettorale di Baghdad di cui sono stati protagonisti i cittadini iracheni, i “veri resistenti”, come ha detto Fassino aprendo il congresso. D’Alema, dalla tribuna dell’Eur, lo dice chiaramente: “Noi di sinistra non possiamo che considerare quel che è successo come un grande fatto positivo. Non siamo dalla parte di quelli che sperano che vada tutto a scatafascio: vogliamo impegnarci perché in Iraq si affermi davvero la democrazia”.

 

A quel punto “quella sarà una vittoria dell’Iraq e non di Bush”, scandisce rivolgendosi all’ala pacifista del partito. D’Alema evita di ripetere la scaletta delle richieste del centrosinistra (coinvolgimento dell’Onu e sostituzione delle forze militari in Iraq con i caschi blu), ci ha già pensato Fassino a farlo. Preferisce invece, in un inciso del discorso, dare un’altra spallata alla cultura del no alla guerra “senza se e senza ma”.

“Quando vengono colpiti i diritti umani di milioni di persone non vale più l’idea ottocentesca della sacralità della sovranità nazionale”, dice. Non è una novità per chi, da presidente del Consiglio, ha schierato l’Italia nella guerra contro Milosevic in nome dell’emergenza umanitaria, ma parlarne in un discorso sull’Iraq assume un altro tono.

 

La cartina di tornasole della “svolta” è data dalle diverse accoglienze alle parole di Fassino e D’Alema da parte delle varie anime della Quercia. La maggioranza applaude, la sinistra mantiene i suoi dubbi, l’ala liberal chiede di avviare un dialogo con il governo. “Non credo che le elezioni possano giustificare la guerra”, dice Fabio Mussi, che aggiunge: “Da piccoli abbiamo imparato che non si può esportare la rivoluzione sulla punta del fucile. Non vorrei che da grandi fossimo indotti a pensare che si può esportare la democrazia sulla canna del fucile”. Conclusione: il no al decreto deve essere netto e chiaro.

 

Anche Cesare Salvi, nonostante la decisione di votare D’Alema alla presidenza del partito, dice che sul ritiro delle truppe italiane avrebbe voluto sentire “parole più nette”, ma si accontenta della posizione ufficiale, che rappresenta una mediazione e viene condivisa da tutta la coalizione. La ‘destra’ diessina, viceversa, plaude incondizianamente al nuovo corso. Enrico Morando chiede che, al di là del decreto (“su cui si può votare anche no, non impicchiamoci su questo”), bisogna avviare un dialogo con il governo per valutare insieme la nuova situazione irachena.

Lorenzo Forcieri va oltre: “Dopo il voto iracheno, le novità ci sono, sta al governo compiere il primo atto inquadrando la missione nel nuovo contesto: Se il governo facesse questa mossa anche noi dovremmo considerarla con molta attenzione”.

Insomma, “le elezioni sono il primo passo e noi non possiamo andare via dopo il primo passo”.

 

 

Agli italiani all'estero, Fassino (nella foto) ha riservato poche ma significative parole nel corso del suo lungo intervento, che si riassume nel progetto di "un leader forte che raccolga il Paese e la classe dirigente" e di "un'allenza larga, democratica e coesa" che "condivida un progetto di governo" e che abbia "un'identità riformista e socialdemocratica".

"Italiani all'estero e stranieri in Italia, due facce diverse ma complementari di una medesima apertura del nostro Paese al mondo", ha detto il segretario generale dei Ds, Fassino, nella sua relazione.

 

 

Poi Piero Fassino, Segretario Generale dei Ds, ha salutato  i membri delle 32 delegazioni estere del partito, invitate al III Congresso, nel pomeriggio di ieri, alla presenza tra gli altri di Marina Sereni, responsabile esteri Ds, e Gianni Pittela, responsabile Ds per gli italiani all'estero, ha incontrato la folta delegazione per uno scambio di vedute sulle principali questioni che coinvolgono la nostra comunità all'estero.

 

Fassino  ha detto:

“Voi siete la testimonianza della presenza forte e importante dei Democratici di Sinistra all’estero”. “L’anno prossimo – ha proseguito Fassino – voterete per corrispondenza grazie ad una legge fortemente voluta da voi, certo, ma che il nostro partito ha appoggiato costruendo le basi politiche e normative affinché divenisse realtà. Sappiamo che sul prossimo voto la Destra cerca di accreditare una egemonia che, in realtà, non ha – ha continuano il Segretario Ds riferendosi alle ultime elezioni dei Comites che hanno visto i rappresentanti del centrosinistra prevalere sugli antagonisti.


“Il nostro obiettivo – ha precisato Fassino – è ridare un’immagine credibile e forte all’Italia. Da questa riunione devono partire le indicazioni per la campagna elettorale: partite subito – ha esortato – con un lavoro capillare ed articolato così da arrivare preparati al 2006. Attraverso voi dobbiamo rinsaldare i rapporti con i partiti nostri fratelli nei vari Paesi”.
A margine del suo intervento, Fassino ha ribadito ancora una volta che “le elezioni dei Comites ci hanno fatto vedere quanto spazio politico abbiamo. Dobbiamo riempire questo spazio. Noi faremo la nostra parte da Roma. Vi prego di trasmettere agli italiani nel mondo i nostri saluti , la nostra solidarietà e la nostra amicizia. Il nostro obiettivo – ha concluso – è vincere per dare forza, credibilità al nostro Paese nel mondo”.

Sempre ieri  la delegazione ha presentato un documento, che verrà posto all'ordine del giorno, affinché l'intero organismo dirigente dei Democratici di Sinistra lo assuma come orientamento politico per i prossimi anni

 

 

Massimo D’Alema (che è stato rieletto Presidente del Partito con ampio suffragio) è intervenuto ieri 4 febbraio, nel tavolo di discussione con i delegati dei Ds per l’estero, durante la seconda giornata di lavori del Congresso del partito. All’estero va semplificato tutto, ha detto l’autorevole Presidente dei Democratici di Sinistra, che ha poi aggiunto ironicamente “non possiamo spiegare agli elettori argentini la differenza tra Mastella e Pecoraro Scanio: non esportiamo i nostri guai!”

 

 “Dobbiamo andare al voto non con liste di partito, ma con l’alleanza democratica del centro sinistra per sostenere Romano Prodi. Siamo nelle condizioni di affrontare questo grande esperimento, questa sfida che non ha precedenti, perché siamo presenti in ogni parte del mondo grazie a voi, che in questi anni avete mantenuto i contatti”.  Per D’Alema “una lista di larga alleanza faciliterà lo schieramento delle associazioni e dei sindacati dalla nostra parte. Noi – ha aggiunto – lavoreremo ad un patto con le forze sindacali, ma adesso serve soprattutto uno sforzo programmatico per dire quale posto avranno gli italiani all’estero nel rinnovamento del Paese”.

 

il Presidente dei Ds ha affermato: “Siamo una forza europea  non solo nazionale. È la nostra politica internazionale che funziona, non il nazionalismo polveroso della destra” . Poi ha voluto ricordare anche il recente viaggio in Argentina come rappresentante dell’Ue in cui ha portato un messaggio di solidarietà, ma anche accordi con il Mercosur.

 

“Siamo una forza internazionale e internazionalista”, ha proseguito D’Alema. “L’internazionale socialista è impegnato anche con i Democratici statunitensi. Madeleine Allbright, ad esempio, collabora organicamente con il Pse”.

 

“Possiamo contare su molte solidarietà politiche, leve su cui agire grazie all’integrazione e alla parte significativa che oggi ricoprono le comunità italiane all’estero” ha sottolineato D’Alema che ha concluso ribadendo come “la nostra forza sta nel rappresentare un’Italia che si integra e che collabora, non nella nostalgia nazionalista di Tremaglia”.

 

A conclusione dei lavori pomeridiani Gianni Pittella, responsabile del partito per gli italiani all’estero, ha espresso “grande soddisfazione per il radicamento e la consapevolezza dei Ds nel mondo”. “Grazie a voi – ha concluso - siamo riusciti a crescere in quantità e qualità”.

 

Nella discussione di lavoro che ha visto protagonisti i membri delle 32 delegazioni dei Ds all'estero, sono  emerse queste  richieste: .

L'apporto fondamentale delle regioni, il coinvolgimento di sindacati e patronati e una presenza tangibile della dirigenza del partito nei paesi esteri.


I delegati  hanno discusso del loro ruolo, delle loro aspettative, ma soprattutto hanno formulato richieste, esposto esigenze e fornito suggerimenti a Massimo D'Alema, a Marina Sereni responsabile esteri, Maria Grazia Pagano presidente del gruppo al senato, a Valerio Calzolaio suo omologo alla Camera, a Bartolini dei Ds Emilia Romagna, a Claudio Martini presidente della regione Toscana e a Gianni Pittella responsabile Ds per gli italiani all’estero.

 

Claudio Cumani, presidente del Comites di Francoforte:"Non chiediamo elemosine, né di essere considerati solo un numero per le prossime elezioni. Siamo delle risorse perché abbiamo costituito una rete di rapporti consolidati con le amministrazioni delle città in cui viviamo. Venite a trovarci - ha detto  -  Ed ha aggiunto che "come Ds Europa abbiamo proposto di riconoscere alle sezioni del PSE lo status di aree tematiche, così da essere riconosciuti come sezioni di partito".

 

Michele Schiavone, recentemente eletto Segretario Generale dei Ds Europa ha sottolineato il "peso" politico di patronati e sindacati ed ha chiesto "un'attenzione più profonda e una presenza più cospicua nella direzione del partito".

 

Fabio Porta, coordinatore dei Ds a San Paolo., ha  sostenuto che il ruolo delle associazioni regionali e i rapporti con i sindacati e i partiti che oggi governano , devono essere le prerogative vincenti del partito. "Valorizziamo la cooperazione e il volontariato - ha aggiunto - dando spazio alle Regioni e integriamo questa politica con quella per la rappresentanza. Le regioni - ha ribadito Porta - devono essere parte attiva di questo sforzo".

 

Galletto, che è il coordinatore di  New York  deplora poca attenzione da parte della direzione nazionale. "Abbiamo bisogno di una maggiore presenza dei leader del partito. Gli  Usa, nel bene e nel male, dominano e sono per questo un’area strategica importante. Abbiamo un bacino di giovani - ha aggiunto - che possono contribuire alla piattaforma politica del partito. Abbiamo rapporti con i partiti amici, anche se non fanno parte del Pse, ma - ha concluso - ci serve la presenza di una leadership".


Elio Carozza, dei Ds di Bruxelles ha affermato di trovarsi di fronte ad un partito non ancora abbastanza forte sostenendo la necessità di "riallacciare  i legami con le associazioni, i sindacati, i partiti vicini.
Dobbiamo "fare rete" - ha concluso chiedendo, infine, un aiuto "affinché si possa festeggiare il 60esimo anniversario della Liberazione anche all'estero".


Marco Fedi, autorevole esponente della sinistra storica a Melbourne, ha detto che:offerta culturale, assistenza e tutela a sostegno delle comunità è invece la ricetta giusta, sottolineando pure l'esigenza di rafforzare la rete organizzativa del partito in Australia.

La posizione dell'Ulivo sul Ministero per gli Italiani nel mondo è stata al centro dell'intervento di Claudio Micheloni, autorevole delegato tedesco, che ha poi ricordato la prossima Conferenza Stato-Regioni-Cgie che dovrebbe essere preceduta dalla riunione di tutte le Consulte dell'emigrazione regionali.


Anche Silvana Mangione, ha espresso il suo parere: Velocizzare l'approvazione del Coordinamento delle donne italiane all'estero e lamentando il fatto che "nonostante le donne siano il 40% dei delegati presenti a questo congresso, nessuna voce femminile è stata ascoltata oggi dal presidente".


 E Rosa Maria Liguori-Pace, italiana, consigliere comunale a Francoforte: "Sono integrata, ma non assimilata, voglio mantenere la mia cultura e la mia lingua, come me tanti altri. Aiutateci a farlo"

 

                                                                                              gmp

 

 

 




 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati