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28 gen 2005ITALIANI ALL’ESTERO intollerabili offese del Clarin agli italiani in Argentina

Malafede e crassa ignoranza in un articolo su una questione di diritto internazionale - La risposta de ''L'Eco d'Italia"

(Italia Estera) BUENOS AIRES - Sul "Clarin" di mercoledì 26 gennaio, a pagina 30, è apparso, nellarubrica "Disparador", firmato da Marcelo A. Moreno,  un articolo in cui l'autore si scaglia con palese malafede e molta ignoranza contro il nostro governo, il suo presidente, Silvio Berlusconi e, in definitiva contro tutti noi italiani accusandoci di aver commesso una "tanada",termine che a noi, residenti in questo Paese, suona come insultante disprezzo. Noi, italiani in Argentina, e tanto meno quelli che vivono in Italia, ci siamo mai permessi di riferirci agli argentini con epiteti altrettanto offensivi.


L'autore accusa il nostro governo di avere incluso nel suo seno molti fascisti. Evidentemente, il signor Moreno ignora (cioè, è ignorante su...) quanto accade nel nostro Paese. Dovrebbe sapere che in Italia, salvo qualche emarginato, nessuno nutre nostalgie per un regime che ha ricevuto la condanna della assoluta maggioranza dei cittadini. Dovrebbe aggiornarsi, venendo a conoscenza che Alleanza nazionale, partito che forma parte del governo, dopo la cosiddetta "svolta di Fiuggi" ha abiurato della dottrina mussoliniana e trova tutte le porte aperte in Europa e in Israele.


Per quanto riguarda l'atteggiamento del governo italiano nei confronti dei risparmiatori italiani, il signor Moreno dovrebbe sapere che l'opposizione l'ha fortemente criticato perché "non li ha difesi e non li difende con la dovuta energia". Ciò vuol dire che un eventuale governo di centrosinistra sarebbe ancora più rigido nella difesa dei diritti di chi ha creduto nella parola dei governi argentini che hanno emesso i "tangobond".


Se, come insinua il signor Moreno, nel governo della Casa delle Libertà, si annidano i fascisti responsabili dei misfatti mussoliniani, dovrebbe considerare che, in seno all'opposizione di centrosinistra, è forte la componente di coloro che hanno parteggiato per quei regimi comunisti che, nel secolo scorso, hanno privato delle più elementari libertà i popoli che avevano assoggettato con la violenza, regimi che, avendo  provocato la morte, documentata, di cento milioni di esseri umani, devono considerasi i più orrendi nella storia dell'umanità.

 

Il signor Moreno segnala che, alcune settimane fa, il giocatore della Lazio, Di
Canio, ha festeggiato la sua rete alla Roma con il saluto fascista,tralasciando, però, di riferire che gli ultras della squadra del Livorno espongono in tribuna striscioni con scritte inneggianti al comunismo, cantando l'Internazionale e sventolando bandiere rosse.


L'autore del libello lamenta l'atteggiamento dei possessori italiani di bond argentini dimenticando che si tratta, nella assoluta maggioranza, di anziani che hanno investito tutti i loro risparmi in questi buoni fiduciosi che un Paese, tra i più ricchi del pianeta, che non aveva sofferto nessun cataclisma, né grande guerra, avrebbe potuto mai e poi mai dichiararsi in fallimento.


Queste vittime stanno ricevendo dall'Argentina le stesse notizie che ilgoverno e la maggior parte degli organi di stampa argentini stanno diffondendo da un anno a questa parte e, cioè, che mai le finanze di questo Paese sono state così fiorenti, che gli introiti nelle casse dello Stato non sono mai stati così alti, che le riserve nella Banca Centrale sono in continua crescita, che il prodotto interno cresce oltre il 4 per cento mentre nell'Unione Europea e in Italia si fatica ad arrivare al due per cento, che la disoccupazione cala vertiginosamente,che piovono, da tutto il mondo, investimenti di milioni e milioni di dollari, che i consumi e l'Industria sono in progressivo aumento.

 

 Se ciò risponde a verità, si domandano, perché il governo argentino si è così
duramente irrigidito nella sua offerta con condizioni che appaiono una vera e propria truffa?


Il signor Moreno rinfaccia agli italiani quanto l'Argentina ha fatto per venire incontro al popolo italiano nei momenti di difficoltà, soprattutto, dando ospitalità a milioni di immigrati, ma bisogna dire che, quando si ricorda un gesto di generosità, questo perde gran parte del suo valore. Ad ogni modo, gli italiani che sono venuti a vivere in questo Paese, hanno largamente compensata l'ospitalità con il loro lavoro, con la loro intraprendenza, con la loro onestà, contribuendo fattivamente alla crescita e al progresso di questo Paese.

 

Il signor Moreno dovrebbe sapere che, durante la crisi economica e sociale che ha castigato l'Argentina negli ultimi quattro anni, l'Italia ha dato il suo contributo pagando a settantamila famiglie italo-argentine una pensione sociale che le ha letteralmente salvate dalla più profonda crisi in cui sarebbero affondate con le miserabili pensioni che paga lo Stato argentino dopo aver ricevuto, per trenta quarant'anni i contributi previdenziali.

 

Decine di migliaia di altre famiglie sono state aiutate mediante i fondi assistenziali distribuiti dai Consolati italiani e dalle Regioni italiane che hanno sussidiato inviando milioni di dollari ai loro corregionali disagiati. Molte piccole e medie imprese hanno ricevuto prestiti a tassi stracciati per la loro ripresa.


L'Italia, poi, ha accolto con altrettanta ospitalità, malgrado soffra di un indice altissimo di disoccupazione e sia satura di immigrati e clandestini extracomunitari,  decine di migliaia di lavoratori argentini e, recentemente, ha emanato un decreto per l'accoglienza di altre trentamila immigrati provenienti dall'Argentina, il Brasile e l'Uruguay.

I risparmiatori italiani che hanno acquistato i bond argentini, non reclamano a "costa de sangre y hambre" del popolo argentino ciò che loro spetta, almeno parzialmente, per un sacrosanto diritto.  Reclamano solo ciò che è per loro indispensabile per affrontare con una minima sicurezza gli ultimi anni della loro vita pensando, fra l'altro, che nelle banche statunitensi e svizzere sono collocati a interesse,capitali di ricchi argentini equivalenti al totale del debito pubblico argentino e che il governo argentino non ha processato coloro che simile disastro hanno provocato.
                                                           L'ECO D'ITALIA

Ecco la traduzione in italiano dell'articolo pubblicato dal quotidiano
"Clarin":
"UNA "TANADA"
(n.d.r.: spregiativo di Italianatà) INCOMPRENSIBILE CON I DEBITI DELLA STORIA


Pochi popoli ci risultano così vicini agli argentini come quello italiano. L'immigrazione - che dubbi ci possono essere - ci ha rifondati e, sicuramente troveremo il portegno tipico più somigliante al romano che non al madrileno.


Però, ultimamente, l'Italia ci sorprende ingratamente con certe scandalose dimenticanze. In principio, la maggioranza  viene rieleggendo un governo, quello di Berlusconi, che non desiste di nutrirsi di alleati neofascisti. C'è un sorprendente numero di funzionari che, in un passato non molto lontano, rivendicavano Benito Mussolini, il dittatore che affondò l'Italia con l'alleanza con i nazisti e altre vergogne fatali.


Nell'ultima classica di calcio, nella quale la Lazio vinse sulla Roma, il giocatore Paolo Di Canio, salutò la sua tifoseria, piena di camice nere, con il braccio in alto. I suoi fanatici risposero con canti razzisti e antisemiti. L'Italia che Mussolini lasciò in rovina oggi è un paese prospero e pacifico. Qual è la nostalgia? Quella della fame, della guerra, dell'oppressione, delle barbarie? Non si capisce.


Neppure si capisce che, dei possessori dei buoni argentini in "default",quelli italiani siano i più aggressivi e intransigenti nei riguardi dell'offerta argentina per lo scambio del debito. La proposta - che, toglie, chiaramente - di una nazione disperata per il peso del suo debito, castigata dalla miseria, con la metà della sua popolazione affogata dalla miseria.

 

 Ciò pare che non commuova gli infessibili pensionati italiani che si lasciarono sedurre  da buoni che promettevano troppo e ora danno molto poco. Meno denaro,  semplicemente. Niente comparabile alla catastrofe umanitaria che succederebbe se l'Argentina dedicasse la maggior parte delle sue risorse a pagare il debito tanto
asfissiante come sospettoso


Però, tanto può la dimenticanza? Possono questi italiani che adesso reclamano la riscossione a costo del sangue e della fame dimenticarsi di quei parenti che arrivarono all'Argentina del grano e delle messi più di un secolo fa? Quei calabresi, piemontesi, napoletani che sbarcarono con meno che niente e ricevettero tutto per progredire e moltiplicarsi, tanto che i loro figli non tardarono ad accedere ai più alti incarichi
della Nazione? Gli è successo qualcosa di simile in altri Paesi?

  Porca memoria.

 

                                                                         Marcelo A. Moreno

 

Nella foto una copia del Clarin




 
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