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27 gen 2005ESTERI L’obelisco di Axum entro la fine di aprile finalmente in Etiopia

(Italia Estera) ROMA –  Entro la fine di aprile l'intero obelisco di Axum sara' trasferito in Etiopia. Sono queste le aspettative italiane. Lo ha detto il portavoce della Farnesina Pasquale Terracciano spiegando che sono stati superati i problemi tecnici che avevano fermato il trasferimento. E' previsto un primo volo per Axum nella prima decade di marzo, poi altri due a distanza di 20 giorni l'uno dall'altro. L'obelisco di Axum (168 tonnellate) tornera' cosi' in Etiopia diviso in 3 sezioni.

     La restituzione dell'obelisco di Axum all'Etiopia corrisponde ad “un preciso impegno internazionale”. Il tesoro nazionale etiope, rappresentato dall'obelisco di Axum saccheggiato dall'Italia fascista nel 1937, sarà finalmente a casa a maggio.

Riportare i segmenti dell'obelisco e i macchinari per ricostruirlo è una gigantesca sfida logistica.

L'Etiopia ha costruito una speciale pista di atterraggio grande abbastanza per il solo aereo in grado di trasportare i pezzi, l'americano C-5 Galaxy e il russo Antonov 124. Sarà usato un Antonov.

 

L'Etiopia  celebrerà il ritorno dell'obelisco con una festa nazionale. Oltre ad una importanza storica per gli etiopi, il monumento avrà un nuovo significato al suo ritorno. Mogese Tekle-Michael, vice capo dell'Istituto internazionale etiope per la pace e lo sviluppo. Ha detto che "Ricorderà la sofferenza di civili innocenti e senza nome causati dai gas lanciata dagli aerei fascisti italiani", ha detto. "Il ritorno dell'obelisco è poi una vittoria di coloro che hanno sacrificato le loro vite lottando contro l'invasione".

Il monumento dell'Etiopia pre-cristiana è una stele funeraria, il più grande e bello dell'antico sito di Axum nell'Etiopia settentrionale

 

L'Italia nel 2002 aveva tolto l'obelisco dal centro di Roma, dove Benito Mussolini lo aveva eretto a simbolo della vittoria italiana sull'Etiopia negli anni che portarono alla Seconda guerra mondiale.   L’obelisco che si ergeva  in piazza di Porta Capena a Roma dinanzi alla sede della FAO,  fu smontanto e riposto in casse per riportarlo in Etiopia, ma fino  a dicembre scorso non si era trovato un velivo in grado di trasportalo per il suo consistente peso che è di 150 tonneallate.

Proviene da Axum, città santa dell'antico impero etiopico. In pietra basaltica scura, a sezione rettangolare, è alto 24 metri. Fu realizzato tra il primo e il quarto secolo dopo Cristo, probabilmente da artisti egizi al soldo del regno di Axum.

La stele, rotta in tre tronconi, giaceva al suolo, come buona parte della cinquantina di obelischi della città santa. In queste condizioni, almeno, la trovarono i soldati italiani che occuparono Axum alla fine del 1935. Non è chiaro chi ebbe l'idea dl trasportare l'obelisco a Roma. Fatto sta che, sezionato in sei parti e trascinato da centinaia di soldati italiani ed eritrei durante un'odissea durata due mesi fino al porto di Massaua, quindi tradotto per nave fino a Napoli e con un convoglio speciale fino a Roma, fu collocato il 20 ottobre del 1937 nella piazza di Porta Capena.  Per assicurarne la tenuta, fu rinforzato internamente con cunei metallici.

La superficie del monumento dovette essere restaurata in più punti.

 

Negli scontri seguiti all'8 settembre 1943, l'obelisco, colpito da raffiche dì armi automatiche, subì altri danni.

L'obelisco ritorna in Etiopia con le scuse dell'Italia per l'occupazione passata e in quanto prelevato come bottino di guerra.

 

Tuttavia la storia della restituzione è molto contorta. Infatti come ha confermato il Duca Amedeo d'Aosta, il caso risulto' chiuso gia' agli inizi del '69 quando la Farnesina lo invio' alla corte del re Haile' Selassie', il quale di fronte agli enormi costi relativi al trasporto, disse di considerarlo come un suo dono personale agli italiani.

 

Da fonti ufficiose risulta che la Farnesina addirittura pago' l'equivalente stimato per il trasporto all'Etiopia, la quale al momento di riprendere il monumento, non avendo piu' la somma concessagli, decise di lasciarlo all'Italia come dono della 'rinnovata amicizia’.

 

Qualche anno fa venne gia' restituita all'Etiopia, un'altra opera : Il Leone di Giuda, anch'esso portato in Italia assieme all'obelisco ed esposto per anni presso la stazione Termini.

 

 

 




 
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