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26 gen 2005ITALIANI ALL’ESTERO ARIZONA: TERRA DI SOGNI E DI CHIMERE Una denuncia di Gennaro Buonocore del CTIM

(Italia Estera) PHOENIX (ARIZONA) - Il conosciutissimo adagio dovrebbe risonare familiare alle orecchie del Console Generale d’Italia a Los Angeles, Diego Brasioli.
Nel Maggio del 2003 il neo arrivato rappresentante diplomatico italiano aveva visitato
la comunita’ italiana di Phoenix su invito del coordinatore locale del CTIM (Comitato Tricolore degli Italiani nel Mondo).
 
Pochi giorni dopo lo stesso Brasioli, intervistato dalla Rai International aveva prontamente confermato quello che gli si era palesato.
L’Arizona rappresenta lo stato nordamericano con maggiore crescita di popolazione
negli ultimi dieci anni. Con la popolazione, si sa, crescono le concentrazioni urbane, le attivita’ produttive e le necessita’ sociali.
La popolazione italoamericana ed italiana e’ cresciuta prodigiosamente fino a superare le trecentomila e tremila unita’ rispettivamente nella sola Maricopa County.
La comunita’ di origini italiane rappresenta la seconda ‘minoranza’ con un rispettosissimo 5%, dietro l’ispanica (23.7%) ed immediatamente prima delle comunita’ asiatica (3%), afroamericana (3%) ed indiana (2%).
 
Il “Sistema Italia”, cosi’ ama definirlo Brasioli, e’ rappresentato da un vice console onorario in carica da piu’ di sette anni.
Questo bravo uomo di nazionalita’ Americana, non parla la lingua ufficiale della Repubblica che rappresenta, non era al corrente di cosa fosse il Comites, il CGIE,
o chi fosse il Presidente della Repubblica (“Mr.Berlusconi, naturally!”), inutile chiedersi se conosca l’articolo primo della Costituzione italiana o che cariche ricoprono gli onorevoli Fini, Tremaglia, Casini e Pera. Egli, in effetti non conosce chi questi siano.
L’attuale prodotto di questo fenomenale “Sistema Italia” e’ riassunto nei seguenti dati:
Nessun delegato di associazione in Arizona e’ mai stato registrato per l’assemblea costituente del CGIE.
 
La lista ufficiale AIRE per l’Arizona consiste solamente in poche centinaia di nomi, tale disservizio ha fortemente falsato le elezioni Comites del 2003.
L’Italia (sesta potenza piu’ industrializzata del mondo) non figura nella lista dei primi
venti partners commerciali dello Stato.
Nella citta’ di Phoenix non e’ mai stato organizzato un festival italiano.
Il 75% della comunita’ non e’ al corrente dell’esistenza di un vice consolato onorario.
In sintesi, le esigenze sono drammaticamente cambiate, ma il prodotto e’ rimasto costante. Il “Sistema Italia” in Arizona sta fallendo miseramente.
 
Nel libero mercato se il “Sistema Italia” fosse stato la divisione commerciale di un’azienda orientata al mercato, i consumatori avrebbero sancito la nuova direzione strategica, rivolgendo la propria domanda ai prodotti della concorrenza.
In un sistema monopolistico, quale la rappresentanza diplomatica di un paese, l’utenza si rivolge all’apparato politico ed associativo per garantire che il prodotto venga modificato rapidamente e che i responsabili del disservizio siano destinati a mansioni richiedenti meno capacita’ imprenditoriali.
La politica serve la comunita’ nell’atto di supplire alla liberta’ della scelta individuale che, nel libero mercato, avrebbe sfogo automatico ed immediato.
 
La politica, in questo caso, serve a chiarificare, a sintetizzare ed a divenire la spinta propulsiva nello spirito evolutivo della societa’ civile.
La politica serve inoltre a relazionare costantemente con le autorita’ nel tentativo di fornire all’utenza il prodotto piu’ appropriato.
I servizio del CTIM dell’Arizona e’ consistito nel fornire al Brasioli ripetute richieste ed incitamenti a sostituire l’attuale assenteismo del locale vice console con personaggi piu’ adatti a fornire i servizi adeguati. Lo comunita’ offre, in alternativa, almeno due personaggi di nazionalita’ italiana con provata dedizione e preparazione civica.
 
Dopo mesi di rapporti, proposte scritte, polemiche, vivaci discussioni e tentati accordi, il
Sig.Brasioli ha deciso che il “Sistema Italia” attuale e’ la migliore soluzione ed il servizio offerto e’ quello che la comunita’ merita.
Nelle ultime due settimane di Dicembre 2004, su iniziale verifica richiesta dal Brasioli e dal vertice del comitato, il CTIM ha raccolto quasi duemila firme a supporto di una petizione volta a richiedere cambiamenti immediati.
 
Informato della petizione il Brasioli e’ ricorso prontamente a spegnere i dissensi appellandosi al desiderio di non voler turbare il delicato equilibrio del “Sistema Italia” sul territorio. Il 18 Gennaio 2005, il Brasioli si e’ recato in compagnia del viceconsole onorario a perorare la causa del viceconsole stesso presso i locali di un’associazione italoamericana di Phoenix. Il significato dell’intervento e della visita, peraltro mai annunciata ai rappresentanti del CTIM, scatenava una baruffa in seno all’associazione stessa tra un simpatizzante del CTIM ed altri membri presenti.
Per comprendere tale bizzarro episodio e’ necessario voler conoscere il Brasioli un pochino meglio.
Chiunque incontri il Brasioli per la prima volta non puo’ non constatarne una irrefrenabile simpatia. Per chi ha avuto contatto con diplomatici italiani negli USA, incontrare il Brasioli e’ una esperienza interessantissima ed affascinante.
 
Molti dei nostri connazionali sono abituati al carisma ed all’austerita’ di un Ambasciatore oppure all’efficienza amministrativa e la schietta e dettagliata comunicativita’ di un Consigliere. “L’esperienza Brasioli” e’ completamente diversa. Egli ricorda subito all’interlocutore il proprio compagno di liceo, quello sempre pronto alla battuta, ribelle, irriverente ed anticonformista. Il compagno che, come si dice a Napoli “tira la pietra e nasconde la mano”. Appena arrivato a Los Angeles’ in nostro simpatico Console si fece conoscere distribuendo la diceria che Rocco Siffredi, nota pornostar italiana, avrebbe di li’ a poco preso le redini dellIstituto Italiano di Cultura. La sua anima di giocherellone si confa’ al necessario abitino di sartoria che gli conferisce questa affascinante aura di nobiluccio romano squattrinato e sinistroide.
La  sua portanza e’ gustosissima, reminiscente di quelle figure decadenti, barocche, addirittura roccoco’.
 
Ci riferiscono che egli frequenta a, Los Angeles, un corso di recitazione, forse per imparare a parlare con la “erre moscia” che farebbe da ciliegina sulla torta per un indimenticabile “gastone”. Chiunque incontri Brasioli sperando il avere a che fare con il tipico rappresentante diplomatico rimarra’ sicuramente deluso ma non meno deliziato.
 
Egli e’ un Paride omerico, un “Guappo” alla Merola, un giullare alla corte di Re Artu’,
un irrefrenabile vulcano di ilarieta’, fanciullezze, bon ton e scorrettezze, un artista intrappolato nel corpo di un Console Generale della Repubblica.
La buonanima di Massimo Troisi lo avrebbe definito un “rostocco”o un “minollo” nel tentativo di salvarlo portandoselo nell’arca di Noe’.
 
Io preferisco definirlo il “Vittorio Orlando nella Parigi del 1919” in poche parole l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
Pur non conoscendo il curriculum lavorativo del nostro simpatico Brasioli posso asserire
con certezza che questi non ha n’e’ l’esperienza, n’e’ la capacita’ gestionale per “consolare” un territorio con tale concentrazione di connazionali, associazioni, e complesse ingerenze di carattere sociale e commerciale.
Da imprenditore so riconoscere quando un leader ha la stoffa per gestire. Il Brasioli,
purtroppo, di stoffa da imprenditore non ne ha. Grande scrittore o attore, magari lo e’, ma imprenditore proprio no.
 
Da rappresentante di associazione so riconoscere quando un rappresentate dello Stato non
e’ all’altezza delle aspettative della comunita’ che questi dovrebbe “consolare”.
All’Onorevole Gianfranco Fini, il cui motto e’: “Un solo interesse: Gli Italiani” chiediamo di intervenire e destinare al nostro territorio un uomo capace di ascoltare. All’Onorevole Tremaglia chiediamo di stendere la propria mano pietosa e di toglierci dall’imbarazzo di vedere questo stupefacente “Sistema Italia” in Arizona implodere nel breve tempo.
 
Il nostro augurio va ai compatrioti in Nevada di non ritrovarsi nella stessa situazione dalla quale stiamo tentando, con passione, di uscire.
Ma l’augurio finale va al simpaticissimo Diego Brasioli con tutta la nostra ammirazione per un soddisfacente futuro nel Corpo Diplomatico della Repubblica.
 
 
Gennaro Buonocore, CTIM – Arizona 2524 N.24th Street
Phoenix, Arizona 85008
 
 



 
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