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25 gen 2005IRAQ I funerali di stato alla ventesima vittima italiana, presente il Capo dello Stato

(Italia Estera) FERENTINO (FROSINONE) – Lutto cittadino nel piccolo centro del frusinate.
Un grande striscione è stato steso da un gruppo di cittadini sull’acropoli davanti al Duomo dove si è celebrato il rito funebre. C’è scritto: “Grazie, Simone, Ferentino non ti dimenticherà”.
Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, rinunciando al protocollo, appena entrato nella cattedrale di Ferentino, ha abbracciato Alessandra, la moglie del maresciallo Simone Cola ucciso in Iraq.

Assieme alla signora Franca, il presidente ha poi preso posto nei banchi della prima fila davanti all’altare per assistere alla cerimonia.
Il capo dello Stato e la moglie sono stati accolti all’ingresso di Piazza Duomo dal ministro della Difesa Antonio Martino, dal capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, e dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito. generale Giulio Fraticelli.

”Ancora una volta - ha esordito Il Vescovo di Frosinone Salvatore Boccaccia nell’omelia,dopo essersi rivolto al presidente della Repubblica, alle autorità e , in particolare, ai familiari del militare - l’ Italia si stringe accanto a uno dei suoi figli che hanno dato la vita”. Simone Cola, ha aggiunto, si aggiunge “alle altre luci che manifestano la nobiltà del nostro popolo”.
”Ancora una volta l’Italia è stretta dal dolore per la perdita di uno dei suoi figli. Simone Cola era un costruttore di pace la cui vita è stata spezzata da chi non vuole la pace.”
 
il prelato ha ricordato così il maresciallo Simone Cola, la ventesima vittima militare italiana della guerra in Iraq, durante la celebrazione delle esequie. Il prelato ha sottolineato la grande umanità dell’esercito italiano, caratteristica sottolineata nei giorni scorsi, anche dal leader sciita Motqada al Sadr

Il vescovo ha quindi fatto riferimento all’impegno dei militari all’estero e alla loro “riconosciuta umanità che trova linfa nelle tradizioni umane e cristiane del nostro paese”. Di Simone ha ricordato la volontà di partecipare alla missione in Iraq “con un particolarissimo pensiero ai bambini”. E ha sottolineato che l’insegnamento del vangelo “ci sollecita a costruire la nostra vita come un dono d’ amore per gli altri, se necessario fino al sacrificio, come il signore Gesù che sulla croce ha offerto se stesso per la salvezza di tutti insegnandoci che la forma suprema dell’amore è il perdono”.
 
“Mentre offriamo a Dio l’anima immortale di Simone e preghiamo intensamente per i suoi familiari - ha concluso - ricordiamo anche tutti i militari che operano nelle missioni di pace in questo tormentato mondo. Invochiamo, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, il grande dono della pace. Essa, come ha ricordato il Santo Padre, si fonda sui sacri cardini della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà”.


 
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