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23 gen 2005IRAQ - La salma del maresciallo mitragliere oggi a Ciampino accolta da Ciampi Martedì i funerali di stato

 
 ROMA  – La famiglia del maresciallo ucciso è sconvolta. La salma del maresciallo mitragliere Simone Cola rientrerà in Italia  nelle prossime ore con un C 130 dell'Aeronautica Militare che atterrerà all'aeroporto romano di Ciampino, scalo militare. Il presidente della Repubblica Carlo Alberto Ciampi sarà lui ad accogliere la salma, dopo gli onori militari del picchetto d’onore. Poi il corteo funebre,scortato  da carabinieri motociclisti, raggiungerà Ferentino. Lì saranno celebrati martedì nella chiesa di Santa Maria degli Angeli i funerali. Sarà un funerale di Stato ma si svolgerà nella parrocchia dove Simone e Alessandra si erano sposati e dove hanno battezzato la loro bambina Giorgia. Questa è stata la decisione della famiglia. Per quel giorno in paese e' stata proclamata una giornata di lutto cittadino.
 
Un picchetto d'onore del contingente italiano a Nassiriya ha vegliato per tutta la notte la salma del maresciallo Simone Cola, ucciso ieri con un colpo d'arma da fuoco mentre si trovava a bordo di un elicottero. La camera ardente e' stata allestita nella cappella del quartier generale italiano di Camp Mittica. Il cappellano, don Franco Nigro, ha celebrato una messa. Un'altra funzione religiosa e' in programma per domani mattina dove  nel corso di una cerimonia verra' celebrata un'altra messa e saranno resi gli ultimi onori alla salma del maresciallo Cola, che poi sara' trasferita in Italia con un C-130 dell'Aeronautica militare, atteso all'aeroporto di Ciampino alle 17
 
 
'Un sacrificio dolorosissimo' quello del maresciallo Cola sottolinea il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi . Morto 'per un'impresa che consenta ad un popolo di eleggere un proprio governo, dopo anni di dittatura, di ritrovare la democrazia e la liberta'.  Il Cavaliere ha detto di 'non considerare la missione italiana come una missione per la pace' ma, ha sottolineato, 'bisogna ricordare che non c'e' pace senza democrazia e liberta'. Quindi Berlusconi ha ricordato la presenza dei nostri soldati in Afghanistan, in Albania, nei Balcani, in Kossovo: 'Siamo la sesta potenza economica mondiale - ha detto nel suo incontro con gli studenti dell'istituto Salesiano di Milano - e dopo Usa e Inghilterra la terza come numero di soldati impegnati in diversi Paesi. Un peso e un prestigio per noi rilevante che puo' portarci anche dei vantaggi economici, perche' le nostre imprese vengono viste con simpatia in questi Paesi'.
A Ferentino, oltre al Governatore del Lazio Storace, e' arrivato il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini per esprimere tutto il suo cordoglio alla vedova del maresciallo. 'Una famiglia meravigliosa quella di Simone Cola - ha detto Casini - che si trova a pagare un prezzo troppo alto, come sempre accade alle famiglie delle vittime di missioni di pace'.
 
Sale intanto la polemica. L'elicottero d'attacco e controcarro Mangusta avrebbe evitato la nuova vittima italiana in Iraq? I dubbi restano, e all'indomani della morte del maresciallo ordinario Simone Cola cresce la polemica sul mancato utilizzo di questo speciale velivolo blindato. Il governo ha deciso di non inviare il Mangusta in Iraq. Il Cocer ne ha denunciato il mancato utilizzo. Ma il generale Carlo Cabigiosu - ex consigliere militare della missione italiana a Baghdad - spiega: "Il Mangusta non ha protezioni in più rispetto ad altri velivoli in caso di sventagliate di colpi".
 
La stessa rabbia, la stessa amarezza è raccolta anche dal Corriere della Sera. Sui "siti internet dove i militari si parlano e dialogano", scrive Fiorenza Sarzanini "i commenti si trasformano in coro". E il Corsera cita questo sfogo: "Doveva succedere e tutti lo sapevano. Per mandare i carri armati Dardo e Ariete si è aspettata la battaglia dei Ponti. Ora è morto un mitragliere che, come ai tempi del Vietnam, si sporgeva dal sul portello del suo Ab-412".
 
A "La Stampa" il tenente colonnello Francesco Tirino, portavoce del contingente italiano a Nasiriyah, riferisce: "Due settimane fa, il 9 gennaio, avevamo subito un attentato. Avevano fatto esplodere un ordigno posto sul ciglio della strada al passaggio di un nostro Vm, un gippone" causando solo "lievi danni al mezzo". Tirino non esclude "un'ulteriore recrudescenza di atti di violenza, altri atti ostili nei confronti delle forze di coalizione e delle forze nazionali" in vista delle elezioni del prossimo 30 gennaio. Il giorno delle consultazioni "non entreremo nei seggi, presidiati dalle forze di polizia locali e dalla Guardia nazionale irachena. A loro, noi forniremo sostegno e supporto e monitoreremo la situazione".
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