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14 gen 2005MAREMOTO / Fini: 18 i morti italiani, 660 i dispersi Non si può dire quanti sono i 'morti presunti'

(Italia Estera) ROMA - Sono diciotto le vittime italiane accertate, ma "quando sarà possibile stilare il bilancio definitivo della tragedia il numero complessivo degli italiani deceduti sarà molto superiore": lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, incontrando i giornalisti alla Farnesina, nella ormai quotidiana conferenza stampa.

Fini ha precisato che sono 660 i nostri connazionali che erano nelle zone colpite al momento del disastro e dei quali ancora non si hanno notizie. Il ministro degli Esteri ha aggiunto:Per alcuni di loro è giustificato il timore che i cadaveri non saranno mai ritrovati, per cui si dovranno avviare le procedure per dichiararne la morte presunta. Ma è ancora troppo presto - ha chiarito - "non si può dire quanti saranno coloro per i quali si dovrà arrivare a questo punto". E' "tutto drammaticamente concentrato a Phuket": lo ha detto il ministro per indicare che nell'isola thailandese, duramente colpita dal maremoto, c'era la più alta concentrazione di italiani nelle ore del disastro.

L' Italia comunque farà il possibile per assistere tutti coloro che chiederanno di accertare con il test del Dna l'identità dei loro parenti dispersi. E la Thailandia, dove si trovavano molti italiani, si è impegnata a tenere i corpi degli occidentali separati da quelli delle vittime locali, e ha assicurato che gli esami potranno essere fatti anche nelle prossime settimane.

Il governo thailandese, ha spiegato il ministro degli Esteri, ha affidato all'Australia il compito di coordinare i team di esperti internazionali che si occuperanno delle identificazioni: team di cui fanno parte anche i carabinieri del Racis. Fini poi ha invitato ancora una volta "con fermezza" le famiglie degli italiani che non sono stati rintracciati a non recarsi di persona a Phuket, perché la situazione "è già molto difficile", ma ad affidarsi al lavoro svolto dalle autorità italiane.

E' stato un lavoro capillare quello dell'unità di crisi della Farnesina, che complessivamente - ha riferito il ministro - ha ricevuto dal 26 dicembre a ieri sera la segnalazione di 7267 persone mancanti all' appello. Grazie ai riscontri fatti tramite le ambasciate, gli sms, i controlli della polizia di frontiera e le telefonate dirette sul luogo del disastro, è stato possibile accertare che alle 22 di ieri 6607 italiani erano in salvo. Da quell'ora a oggi pomeriggio sono poco più di una decina le nuove segnalazioni.

Un lavoro reso possibile dalla preziosa collaborazione della polizia di Stato, e i cui riscontri continueranno "fino a quando sarà necessario". E ulteriormente complicato dal fatto, ha spiegato Fini, che in molti casi gli italiani in viaggio hanno contattato le famiglie, ma non il Ministero degli Esteri: è il caso ad esempio di 20 su 35 nostri connazionali che sono stati identificati dalla polizia in Thailandia.

Per il ministero degli Esteri prosegue dunque il difficile lavoro di incrociare i dati da una serie di diverse fonti. Dagli accertamenti, ha aggiunto Fini, risulta che non vi sarebbero italiani tra le vittime del maremoto in India e a Myanmar, secondo le informazioni raccolte dagli ambasciatori italiani nei due paesi, anche se, ha ammonito il ministro, "al momento non vi sono certezze".

Il 90 per cento dei dispersi - ha aggiunto Fini -è costituito da persone che erano nella zona di Phuket, dove "tutto è drammaticamente concentrato" o che avevano annunciato che si sarebbero recate in Thailandia. L'8 per certo dovrebbe trovarsi in Sri Lanka.

E parallelamente alla ricerca dei dispersi, prosegue l'impegno per gli aiuti alle popolazioni colpite del dramma, per i quali il contributo dell'Italia ammonta a 70 milioni di euro, una gran parte dei quali (circa 21 milioni) deriva dagli Sms inviati dai cittadini al numero unico 48580.

Il ministro degli Esteri, ricevendo oggi alla Farnesina i rappresentanti diplomatici dei Paesi colpiti, ha anticipato loro a grandi linee le iniziative assunte dal governo "per contribuire ad alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite e per contribuire nel tempo alla ricostruzione". A illustrare nei dettagli questi interventi ai governi sarà il sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver, delegata ai rapporti con i Paesi dell'Asia, che è in partenza per una serie di missioni nell'area.

Sarà il ministero degli Esteri, attraverso la Cooperazione allo sviluppo, a curare il coordinamento degli aiuti, deciso ieri con Regioni, enti locali, sindacati, ong, Agenzie dell'Onu e organizzazioni di volontariato, coordinamento all'interno del quale "un ruolo particolare negli interventi" toccherà alla Croce Rossa Italiana.

Uno degli strumenti individuati dal governo - ha concluso il ministro - sarà la riconversione del debito: 9,4 milioni di dollari per lo Sri Lanka e 30 per l'Indonesia. Intanto la Cooperazione ha inviato in Sri Lanka due voli con aiuti umanitari dal valore di un milione di euro, e altri tre milioni sono stati stanziati per interventi operativi in loco.



 
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