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Il voto degli Italiani all'Estero

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Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
17 giu 2004ITALIANI ALL’ESTERO / In una conferenza stampa l’Ulivo spiega la vittoria del centrosinistra all’estero, e denuncia le gravi inadempienze nella gestione organizzativa delle elezioni - Una "vera e propria illegalità" la scelta dei patronati. A ris

- ROMA- Per valutare i risultati delle elezioni europee tra gli italiani in Europa è stata convocata una conferenza stampa a Roma da parte della lista Uniti nell’Ulivo . Si è convenuto che l’esordio della lista Uniti nell’Ulivo alle elezioni europee è stato nettamente positivo, mentre piuttosto gravi sono state le inadempienze nella gestione organizzativa delle votazioni.

Si è discusso anche di un altro importante ed imminente appuntamento elettorale, quello del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Soprattutto per le nomine governative non ancora ufficialmente annunciate dal Ministero degli Affari Esteri, ma che per alcune indiscrezioni vedrebbero l’esclusione di alcune associazioni storiche dell’emigrazione, quali l’Istituto Fernando Santi, la UIM, l’Aitef e il Circolo Mazzini", mentre sono state convocate associazioni di recente istituzione collocate nell’area politica del centrodestra.

Per il coordinatore del Forum degli Italiani nel Mondo, Norberto Lombardi, il successo della lista Uniti nell’Ulivo, che ha ottenuto la maggioranza delle preferenze alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, va visto al di là del 26,5% di voti registrati tra gli italiani dell’UE, con una percentuale senz’altro più bassa rispetto al 31,1% nazionale. Il vero traguardo è stato, infatti, raggiunto dall’intera coalizione di centrosinistra, che ha ottenuto nel suo complesso non solo una percentuale maggiore (44,9%) rispetto alle precedenti elezioni del ‘99, ma soprattutto rispetto alla coalizione di centrodestra (37,5%).

L’eurodeputato Gianni Pittella, ha sottolineato in conferenza stampa, che la differenza tra voto nell’UE e voto in Italia è, inoltre, giustificata, da "una campagna elettorale svolta nel pieno rispetto della libera scelta, sia verso i "partiti fratelli" sia verso l’integrazione della comunità".
Molti sono stati i cittadini italiani che hanno deciso di esprimere la propria preferenza nelle liste europee dei Paesi di residenza. E Lombardi dice "ne abbiamo il riscontro": non è un caso, infatti, che in Belgio, dove 35 mila italiani hanno votato per le liste locali, sia stata eletta con ben 20 mila preferenze una candidata italiana della lista belga di centrosinistra. "Se si somma l’effetto opzione liste locali, dunque, Uniti nell’Ulivo va ben al di là del 31,1% riscontrato in Italia", ha aggiunto Lombardi.

Per il Coordinamento dell’Ulivo, il dato negativo di queste elezioni europee è stato, quello della bassa affluenza al voto.


Pittella ha denunciato "Le gravi inadempienze nella gestione organizzativa e dell’informazione già segnalate per l’elezione dei Comites". Ed Ugo Intini dice che per questo molti cittadini non hanno potuto votare. Lombardi conclude affermando che "Il rispetto del diritto di cittadinanza è stato profondamente messo in discussione”

E spiega dicendo che "un quarto dell’elettorato è stato tagliato fuori", perché gli elenchi usati per l’UE presentavano il 25/30% di errori e poi i certificati elettorali sono stati spediti dall’Italia, generando non poca confusione. Infine la denuncia che la preparazione dei seggi consolari è stata organizzata "all’ultimo momento" con tutto quello che ne consegue.

"Noi – ha detto Lombardi – abbiamo più volte sollevato al Governo questa questione, ma l’unica risposta è stata la circolare per i cittadini italiani temporaneamente residenti all’estero, emanata dal MAE a poco più di una settimana dalle elezioni": una opzione, che per Lombardi é impossibile in Italia, dove i tempi burocratici sono troppo lunghi.

Luciano Neri, ha addirittura chiesto le dimissioni del Ministro Tremaglia, affermando: "siamo in una condizione di drammatica emergenza sociale e di democrazia", perché "la partecipazione del 10% degli aventi diritto al voto non è un dato politico ordinario".

Neri ha anche ipotizzato il tentativo di "occupazione" da parte del governo degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero. Tentativo che, secondo il Coordinamento dell’Ulivo, trova nuovo terreno nelle indiscrezioni che circolano sulle nuove nomine di competenza governativa del Cgie.

Il 26 e 27 giugno prossimi, si riuniranno infatti le assemblee elettive dei membri del Cgie. Al Governo, invece, spetta la nomina di 29 componenti, come prevede la legge istitutiva del Consiglio Generale per gli Italiani all’Estero, che vengono scelti all’interno dei partiti, delle associazioni di emigrazione, dei sindacati e dei patronati.

Nei giorni scorsi il Ministero degli Affari Esteri ha inviato le lettere di convocazione agli Enti interessati, però secondo l’Ulivo, contravvenendo ai criteri espressamente indicati dalla legge. L’Ulivo ha fatto esplicita denuncia in conferenza stampa che "Non sono state convocate associazioni storiche dell’emigrazione, quali l’Istituto Fernando Santi, la UIM, l’Aitef e il Circolo Mazzini". Sono state, invece, convocate associazioni di recente istituzione collocate nell’area politica del centrodestra.

Tra le associazioni – prosegue la denuncia dell’Ulivo - sono state introdotte "quelle più vicine ai partiti di governo, come il CTIM e Azzurri nel Mondo, mentre è stato escluso il Forum per gli Italiani nel Mondo", legato invece all’opposizione di centrosinistra. Infine per l’Ulivo è una "vera e propria illegalità" nel caso dei patronati.

La legge prevede di scegliere con un parametro “assolutamente oggettivo” della maggiore rappresentatività gli enti di patronato. Invece sarebbero stati esclusi dalla convocazione l’ITAL-UIL, l’INAS-CISL e l’EPASA, "a beneficio di organizzazioni delle quali è provata la minore rappresentatività in termini organizzativi e di servizio".

L’Ulivo reagisce con fermezza a queste indiscrezioni denunciando un "colpo di mano", un "disegno di emarginazione" contro i patronati, dopo il precedente "tentativo nei Comites". Ed oggi alcuni parlamentari dell’Ulivo hanno presentato in Parlamento un’interrogazione urgente sulla questione ai Ministri Frattini e Tremaglia.

Poche ore, dopo i patronati INAS e ITAL hanno ricevuto la fatidica lettera di convocazione. Ed alcune associazioni escluse hanno annunciato le loro iniziative: l’Istituto Fernando Santi ricorrerà al TAR ed è probabile che anche qualche altro patronato si unisca alla "mobilitazione" indetta per garantire il "pluralismo culturale previsto dalla legge".

Stando così le cose l’elezione per il rinnovo del Cgie potrebbe subire un rinvio. D’altronde, hanno dichiarato all’unanimità il Coordinamento dell’Ulivo e i rappresentanti di associazioni e patronati presenti alla conferenza stampa, "questa esclusione è un atto illegittimo ed il governo dovrà assumersi la responsabilità di impedire l’insediamento del Cgie nella data prevista". “Bisogna difendere gli interessi dei patronati".
Stando così le cose sembra inevitabile lo slittamento dell’insediamento del nuovo CGIE.




 
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