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27 lug 2004ESTERI / Conferenza degli ambasciatori d’Italia : Il ministro Frattini apre i lavori. Presenti, tra gli altri i Presidenti di Camera e Senato, il Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, i senatori Giulio Andreotti e Giuliano Amato , e dell’

ROMA – Il Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, ha aperto alla Farnesina, la Quinta Conferenza degli Ambasciatori d’Italia, che proseguirà sino a venerdì, 29 luglio col prologo della
proiezione del filmato su "L’Italia nel mondo", il primo delle riprese introduttive che sono state realizzate dai giovani diplomatici del Ministero degli Esteri e che apriranno le tre giornate dei lavor.

Frattini ha accolto i 140 Ambasciatori nella Sala Conferenza Internazionali del Ministero, alla presenza tra gli altri dei Presidenti di Camera e Senato, Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera, del Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, dei senatori Giulio Andreotti e Giuliano Amato , e dell’Alto Rappresentante dell’UE per la politica estera e di sicurezza comune, Javier Solana.


Il tema centrale della Conferenza "Italia e Europa: sicurezza, solidarietà, competitività che, come ha ha detto il Ministro Frattini, "offre l’occasione per una riflessione collettiva sui grandi temi del momento, sulle grandi scelte che il nostro Paese è chiamato a compiere".

La priorità, per Frattini, sta nel proseguire in quel processo di rinnovamento e miglioramento della tradizionale missione diplomatica, avviato nel 2002 dall’allora Ministro ad interim Berlusconi, che permetta di "metterci al passo con tempi radicalmente nuovi, con la sfida di un mondo cambiato e globalizzato", sfida in cui quella diplomatica è una "funzione di servizio per l’Italia unica nel suo genere".

Nell’era del post-bipolarismo, ha detto Frattini, "siamo passati dall’equilibrio del terrore ad un mondo ancora alla ricerca di un equilibrio, su cui incombe la minaccia assimetrica del terrorismo". La sicurezza globale si presenta, dunque, come obiettivo primario, ma, ha ammonito il Ministro, "l’Italia e l’Europa non possono più limitarsi ad essere consumatori di sicurezza: devono diventarne produttori", forti dei "nuovi orizzonti offerti dall’Unione Europea appena unificata, all’indomani dell’accordo sul trattato costituzionale". La stessa intelligenza e lo stesso coraggio saranno necessari per governare le sfide di una economia sempre più globale, che, nonostante l’irrompere sulla scena di nuovi attori quali l’India e la Cina, offre "ragguardevoli opportunità che vanno colte".

"La nuova politica estera di una diplomazia rinnovata è, quindi, essenziale per rispondere adeguatamente e vincere queste sfide", all’interno di quella che Frattini ha definito "la nuova squadra del Sistema Italia nel mondo".

In che modo tale imperativo viene messo in pratica è presto detto. Sono due per Frattini le linee guida da seguire. Da un lato, "confermare il ruolo centrale della funzione diplomatica per rafforzare l’autorevolezza dell’Italia nel mondo"; dall’altro, "integrare la missione diplomatica tradizionale, affiancando al momento più puramente politico alcune dimensioni nuove, ma altrettanto essenziali della nostra azione esterna: quella economica e quella culturale soprattutto, senza trascurare quella della comunicazione che tutte le deve attraversare".

Politica, economia, cultura e comunicazione sono, quindi, i quattro pilastri, il "core business" dell’azione diplomatica su cui il Ministero degli Esteri ha puntato e su cui vuole proseguire, nonostante le difficoltà e le risorse umane e finanziarie sempre meno disponibili.
Per fare dell’economia un perno centrale della politica estera di Governo, "abbiamo ripensato tutta l’azione di sostegno alle nostre imprese, con l’obiettivo di rendere più assidua, capillare e organica la nostra assistenza alle imprese", ha ricordato Frattini. "Abbiamo lavorato e lavoriamo per favorirne l’internazionalizzazione, la maggiore competitività e il passaggio dal made in Italy al made by Italy".

È stata poi istituita la Task Force Farnesina, "un nuovo soggetto agile per dare alla nostra economia nuove e coordinate occasioni di promozione sui mercati esteri".
La cultura, dal canto suo, è già "il nostro biglietto da visita nel mondo". Basti pensare alla "grande ammirazione che il patrimonio e l’identità culturale italiani suscitano all’estero". La cultura va per questo potenziata, promossa e "resa parte integrante della politica estera", anche come "alleata della internazionalizzazione della nostra economia". Si tratta in sostanza di uno scambio alla pari: "l’impresa insegna alla promozione e diffusione culturale i moduli del suo organizzarsi, fare marketing e comunicazione; la cultura insegna all’impresa la creatività, il talento e l’unicità che ci fa essere ammirati nel mondo".

In questo contesto si inserisce la riforma degli Istituti Italiani di Cultura, attualmente all’esame del Parlamento. "Una riforma – ha dichiarato il Ministro Frattini – che evidenzia l’importanza della promozione della cultura ma anche della scienza, nella prospettiva di sostenere la ricerca italiana all’estero", sia tramite l’interscambio tra cultura e imprese sia attraverso il raccordo con le comunità italiane all’estero e l’associazionismo culturale. La riforma introduce inoltre la partecipazione anche finanziaria alle attività di promozione culturale da parte di Regioni, autonomie locali e soggetti privati, senza tralasciare, infine, una maggiore apertura alle tecnologie multimediali e alla comunicazione.

E proprio la comunicazione è, nel nuovo disegno della politica estera del governo, "il vestito delle nostre idee e delle nostre azioni, senza il quale tali azioni rischiano di rimanere ad uso dei soli addetti ai lavori", ha detto Frattini, che ha segnalato la prossima presentazione delle nuove pagine dei siti internet di Ambasciate, Consolati e Istituti di Cultura, tutte coordinate tra loro, come aveva annunciato alla presentazione del rinnovato sito degli Esteri

Ora, ha detto il ministro "i nostri ambasciatori devono farsi interpreti eccellenti di questa missione integrata della diplomazia italiana", in linea con le forme e i contenuti della nuova politica estera italiana. Si tratta di "una grande opportunità per la diplomazia italiana, capace di contribuire e costruire al meglio le vie della pace in ogni parte del mondo".

"C’è una via italiana alla globalizzazione", ha aggiunto Frattini, "Un percorso fatto di integrazione, apertura generosa e senza pregiudizi alla cooperazione, al confronto, al dialogo, in ambito europeo ed internazionale. Un percorso che esprime ormai da decenni le radici salde della qualità della diplomazia italiana" e che deve trovare spazio sia nell’Europa allargata e dotata finalmente di una costituzione, sia nelle relazioni transatlantiche e, di conseguenza, in seno alle rafforzate Nazioni Unite.

Conclude il quadro la riforma del Ministero, che, nelle intenzioni di Frattini, "concorrerà in misura determinante a rendere la voce dell’Italia più ascoltata ed influente nel mondo". La riforma, avviata nel 2002, inizia ora a prendere corpo, ma, ha dichiarato cauto il ministro, un suo bilancio compiuto potrà essere tracciato solo a fine legislatura.

Gli attori principali di questa riforma sono gli Ambasciatori, i funzionari della carriera diplomatica, investiti in primis nel processo di cambiamento in atto. Accanto a loro, c’è "la valorizzazione e il potenziamento della carriera diplomatica", che riveste per Frattini un valore a tal punto essenziale da essersi egli stesso più volte impegnato a preservarla, ha ricordato, anche di fronte ad iniziative parlamentari che rischiavano, sia pure indirettamente, di metterla a repentaglio.

Per Frattini "La diplomazia era e rimane serbatoio esclusivo di professionalità specifiche e per questo più preziose per definire il nuovo profilo della nostra politica estera". Serve, però, ha aggiunto, una gestione più collegiale e condivisa, che valorizzi adeguatamente iniziativa e responsabilità dei Direttori Generali, nel rispetto del ruolo di coordinamento del Segretario Generale. Infine i giovani: "la valorizzazione dei giovani diplomatici rappresenta un altro momento qualificante della riforma".

Queste in sintesi le linee prioritarie espresse da Frattini sulle quali si è aperto il dibattito di questa Quinta Conferenza degli Ambasciatori d’Italia.



 
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