SAN GALLO - Le insistenti voci relative alla rimodulazione degli orari d‘apertura degli uffici consolari miranti alla chiusura del sabato, confermate da un articolo a firma del Console di San Gallo Gian Paolo Ceprini apparso nei giornali d‘emigrazione prima delle vacanze estive e la successiva lettera d‘invito dell‘ambasciatore d‘Italia in Svizzera, Pier Benedetto Francese, hanno spinto il Comites di San Gallo (Svizzera) ad affrontare la questione direttamente con il Console e successivamente con i presidenti delle associazioni italiane, i corrispondenti e gli agenti consolari operanti nella circoscrizione.
Ascoltate le esigenze ed i pareri dei rappresentanti della circoscrizione consolare e fermo restanti le diverse difficoltà che costringono ancora oggi i nostri concittadini a richiedere i servizi della rappresentanza diplomatica anche il sabato, dettate spesso da questioni di vero disagio, il comites di San Gallo é del parere che i tempi non siano ancora maturi per un cambiamento drastico dell‘orario consolare.
Considerando che le motivazioni adotte dall‘ambasciata d‘Italia in Berna, interessata ad aumentare la produttività degli uffici consolari, costituiscono una via per migliorare i servizi e raggiungere lo standard amministrativo erogato dagli uffici pubblici elvetici e dall‘amministrazione italiana, il comites di San Gallo é del parere che questi sforzi devono essere sottoposti a verifica prima di metter mani ad una vera e propria rivoluzione amministrativa.
Allo stato delle cose la proposta sulla produttività avanzata dall‘ambasciata é opinale in quanto non esistono certezze che diversamente i risultati sarebbero differenti, come del resto del resto é sufficiente rafforzare la rete consolare con ulteriori agenzie e mettere i corrispondenti consolari nelle condizioni di avere una formazione adeguata e continua per alleggerire gran parte del lavoro degli uffici.
I corrispondenti consolari come anche gli agenti consolari, a differenza dei funzionari, hanno in dote il fattore tempo: offrono le proprie prestazioni gratuite nelle fasce d‘orario in cui gran parte dei nostri concittadini sono liberi da impegni di lavoro. Il fatto stesso che al ridimensionamento della rete consolare nazionale avvenuta alcuni anni or sono non é seguita, come promesso e prevista, una puntuale supplenza delle attività e dei servizi da parte dei consolati ha lasciato scoperti tanti grossi centri, come ad esempio Sciaffusa.
Quindi se l‘orario non può rappresentare un moloc al quale sacrificare il futuro della nostra comunità é anche vero che questo avvenire dovrà essere costruito tenendo conto delle aspettative dei nostri concittadini residenti in Svizzera, che per storia e condizioni specifiche hanno esigenze diverse dagli stessi connazionali che vivono in altri paesi.
Perciò non ha senso affermare, come ha fatto il ministro degli esteri Frattini in un‘intervista apparsa sul Sole 24 ore del 27 luglio scorso, che il nostro Paese é alla ricerca di potenziare la presenza nei paesi dell‘est asiatico dove le rappresentanze diplomatiche sono ridotte al lumicino, tant‘é che in un piccolo paese dell‘europa (ndr la Svizzera) abbiamo ancora una rete composta da 12 rappresentanze diplomatiche.
Per rafforzare il proprio senso di responsabilità, che le viene riconosciuto da una legge dello stato, il comites di San Gallo si é impegnato anche a ricercare delle soluzioni per risolvere le difficoltà che preoccupano la nostra amministrazione e si permette di avanzare delle proposte: solleciterebbe con urgenza l‘innalzamento del livello di rappresentanza della sede consolare di San Gallo a Consolato generale, unica sede diplomatica dell‘Unione europea in un area geografica composta da 5 cantoni e uno stato autonomo, il principato del Liechtenstein, e di conseguenza tentare di aumentare la produttività con il coinvolgimento di più corrispondenti ed agenti onorari, con un miglioramento dei servizi telematici e non per ultimo attraverso un monitoraggio vero e proprio delle esigenze della nostra collettività avviare una ricerca di statistica.
Tra le tante opzioni sarebbe questo un percorso praticabile su un terreno di reale verifica prima di giungere ad una decisione quale quella avanzata dalla nostra ambasciata. Solo allora la maggior parte dei nostri cittadini in Svizzera capirebbe il senso di questa scelta anche perchè, a quel punto, non chiederemmo loro di fare ulteriori sacrifici, rispetto a quelli che loro malgrado devono affrontare a causa di un destino poco clemente che li ha già penalizzati costringendoli a trovare delle soluzioni esistenziali lontane dal paese d‘origine.
Comites di San Gallo