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17 nov 2004ITALIANI ALL’ESTERO/ Un’accorata lettera dei contrattisti di Montevideo indirizzata ai ministri Tremaglia e Frattini

MONTEVIDEO – I contrattisti del locale consolato hanno inviato una accorata lettera indirizzata ai Ministri TREMAGLIA e FRATTINI ,al vice premier Fini, al sottosegretario BACCINI, al Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri Umberto VATTANI, all’Ambasciatore Vittorio Claudio SURDO Direttore Generale per il Personale –all’Ambasciatore Adriano BENEDETTI Direttore Generale per gli Italiani all’Estero , all’ Ambasciatore d’Italia in Montevideo Giorgio MALFATTI DI MONTE TRETTO, al Console d’Italia in Montevideo Michele PALA ed al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Questo il testo:

I contrattisti a tempo determinato di Montevideo si rivolgono ancora una volta alla S.V. per avere un cenno di riscontro alle varie lettere inviate di cui rimaste senza risposta.
Abbiamo informazioni dalle agenzie di stampa che i nostri contratti non saranno rinnovati e possibilmente, noi contrattisti, verremmo riciclati come digitatori, cosa ben diversa da quanto Lei afferma nel comunicato stampa del 30/09/2004. http://www.ministeroitalianinelmondo.it/0007Comuni/0857Soddis.htm

La competenza professionale raggiunta e maturata risulterebbe denigrata gravemente dall’equiparazione alla qualifica di digitatori e il relativo trattamento economico, previdenziale e pensionistico. Noi crediamo di essere molto di più di semplici digitatori, avendo vinto un esigente concorso, e svolto mansioni al di là di quanto previsto nei nostri contratti (legge 104/2002 bonifica dell’anagrafe consolare).

Leggendo in modo realista questa misura è l’obiettivo che soddisfa mutuamente il M.A.E. ed le OO.SS. o meglio il settore estero di queste, in quanto le prestazioni di lavoro vengono fornite da società anonime che appunto vendono in loco ore di lavoro alle Rappresentanze Consolari.

Ci sorprende e rammarica che il M.A.E. abbia ceduto alle pressioni dei citati settori sindacali che, ormai è chiaro, difendono interessi di un gruppo e chiedendo la complicità dello stesso Ministero, hanno ottenuto l’assurdo che dei lavoratori siano eliminati per condizioni create dalle stesse istituzioni che dovrebbero difendere il diritto al lavoro.
Il M.A.E. era orientato nel mese di Febbraio di quest’anno alla nostra assunzione, quando era stata presentata alle OO.SS. la bozza del DPR 18 nel quale si voleva aumentare l’organico dei contrattisti.

I settori esteri delle OO.SS. sono riusciti con alcune argomentazioni, una chiaramente falsa, ai nostri confronti, come l’affermazione che noi eravamo stati assunti senza regolare concorso, affermazione generica e priva d’ogni indispensabile e puntuale fondamento.

Qual’è la nostra colpa? Aver fatto il nostro dovere ed aver sperato in una continuità lavorativa o avere pensato che, seppure viviamo all’estero, siamo italiani con gli stessi diritti dei nostri, ci scusi la presunzione, fratelli che vivono in Patria?

Chiediamo alla S.V. che sia riconsiderata tutta la questione anche ascoltando il nostro pensiero e che ci sia dato anche a noi in Sud America, in particolare in Uruguay la possibilità di difendere il nostro lavoro.

Siamo però altrettanto coscienti che il nostro apporto attuale, auspichiamo anche futuro nell’interesse nostro e della collettività italiana dell’Uruguay, è di fondamentale importanza per il funzionamento del Consolato di Montevideo. Infatti, allo scadere dei termini della nostra attività questo Consolato si troverà in una situazione realmente critica, dal momento che rappresentiamo circa il 40% del personale già di per se scarso.

Resteranno solo 15 unità tra personale di ruolo (incluso Il Console) e contrattisti a tempo indeterminato, per una collettività che si sta avvicinando alle 85.000 unità e che è destinata a crescere ancora notevolmente stando un’enorme quantità di pratiche di riconoscimento della cittadinanza italiana (circa 35.000 richieste) già presenti ed ancora inevase in Consolato. Questa è la realtà nella quale stiamo operando che non è propia solo dell’Uruguay bensì di tutta l’area dell’America meridionale.

Siamo necessari come lavoratori e chiediamo che ci si mantenga come tali e non assimilati a prodotti intangibili di compravendita.

Siamo tangibili, siamo persone, come tangibili sono le nostre aspirazioni e progetti. Crediamo che non esista cosa peggiore che sentirsi oltremondo delusi dalla diffusione di notizie illusorie che giocano sulle aspettative professionali di molte famiglie che speravano, e sperano, di avere il loro rapporto di lavoro definito in termini positivi.

Preghiamo la S.V. che si prenda nuovamente in esame la nostra situazione, augurandoci che anche gli stessi Sindacati facciano comprendere ai loro settori esteri che siano coscienti che passando il provvedimento “digitatori” sarebbero loro stessi la causa di un’operazione di lavoro precario che in Italia tanto stanno combattendo in altri campi lavorativi.

Ringraziando per l’attenzione concessaci rimaniamo in ansiosa attesa di una sua cortese risposta.

I contrattisti a tempo determinato
Consolato d’Italia in Montevideo
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