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11 set 2003RASSEGNA / Un articolo del Sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver su l

ROMA- L’Avanti! Pubblica un articolo del Sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver (nella foto di Adrian Hamilton) che noi qui vi riproponiamo:

Come dimenticare l’«Altro» 11 settembre, quello che trenta anni fa fece affondare il sogno di Salvador Allende e iniziò il Cile alle tattiche terribili di un brutale colpo di stato militare. Quel giorno del 1973, il presidente eletto della coalizione di Unidad Popular si tolse la vita mentre il Palazzo della Moneda era bombardato da terra e cielo. Il golpe di Augusto Pinochet, a lungo organizzato dall’interno e incoraggiato dagli Stati Uniti, spalancò le porte a una repressione assassina. Furono perlomeno 3 mila le persone giustiziate e decine di migliaia quelle torturate o esiliate. La tragedia cilena fu percepita dal Psi con enorme passione. L’allora giovane deputato milanese, Bettino Craxi, partì subito per Santiago con una delegazione dell’Internazionale socialista: vennero fermati e minacciati da poliziotti cileni mentre tentavano di depositare dei fiori sulla tomba di Allende, seppellito sotto falso nome. Al suo rientro Craxi tenne una relazione di fronte ad una affollatissima assemblea della Federazione milanese di viale Lunigiana. Scattò immediata una formidabile campagna di solidarietà con gli esuli cileni che cominciavano ad affluire in Italia a migliaia, destinata a durare fino alla fine degli anni ’80, che ha fatto registrare una delle più belle pagine dell’internazionalismo socialista. Ricordo l’entusiasmo, anni dopo, dei grandi raduni durante la prima campagna elettorale libera in Cile del 1989, quando ho accompagnato Bettino Craxi a Santiago accolto con enorme rispetto e calore. Alcuni degli amici cileni che avevano passato molti anni d’esilio in Italia hanno poi ricoperto importanti incarichi nei governi che si sono formati agli inizi degli anni ’90. Li ho sentiti e incontrati molte volte, spesso anche ad Hammamet, dove non mancavano mai di venire per testimoniare tutto il loro affetto solidale nei confronti di Craxi, anch’egli perseguitato politico in esilio, un leader che tanto aveva contribuito al ritorno della democrazia cilena. Molte sono le lezioni che la tragedia cilena ha impresso sulla sinistra italiana. Non ultima la irrisolta questione delle vittime di quella ferocia. In Cile e in altri Paesi latino-americani il prezzo del ristabilimento della democrazia ha segnato il passo sulla ricerca della giustizia per le vittime della repressione. Solo adesso si cominciano ad aprire dossier scottanti. Una operazione dovuta, di fronte a crimini e misfatti di quella portata. Chissà se ancora una volta la vicenda cilena avrà in qualche modo riscontro da noi. Dopotutto, la ricerca della verità e della riabilitazione, attraverso l’inchiesta parlamentare sulle vittime e sui metodi della stagione di Mani pulite durante il biennio del terrore ‘92-’93, è più che mai di bruciante attualità.




 
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