- ROMA - In Italia ancora no. Ma nel mondo, da Berlino a New York, da Londra a Maracaibo, Rutelli, Fassino e Boselli vanno a braccetto con Antonio Di Pietro. Non solo non litigano sul referendum per l’abrogazione del lodo Schifani, ma distribuiscono gli stessi volantini, parlano lo stesso identico idioma politico e, sorpresa, cercano consensi su un programma elettorale comune. Tre giorni in giro per il mondo a incontrare il più alto numero possibile dei 2.305.128 mila italiani che alle prossime Politiche, per la prima volta, eleggeranno una loro rappresentanza in Parlamento. Ecco perchè ieri Massimo D’Alema teneva una conferenza a Bruxelles e perché Luciano Violante è a Monaco di Baviera: «Ha prenotato una sala da 50 posti...» attacca velenoso Bruno Zoratto, An, stretto collaboratore di Tremaglia in Germania. Arturo Parisi è stato visto tra Johannesburg e Cape Town, dove ha conosciuto un migliaio di italiani del Sudafrica mentre, nelle stesse ore, Luigi Castagnetti tornava da Berna e Pietro Folena partiva per Porto Alegre. Francesco Rutelli sarà domani a Stoccarda e Piero Fassino volerà a Zurigo, Pecoraro Scanio oggi se ne sta all’ombra della Tour Eiffel e il senatore Danieli della Margherita, quasi un deus ex machina dell’iniziativa, stringe mani a Buenos Aires.
Si potrebbe continuare a lungo: perché da ieri e fino a domani una quarantina di esponenti dell’Ulivo, «allargato» all’Italia dei Valori, saranno in giro per il Globo. In valigia il libretto «W l’Italia, l’Ulivo per gli italiani nel mondo», che contiene il «regolamento per la costruzione dell’Ulivo all’estero». L’ultima consultazione referendaria (quella sull’articolo 18, che non aveva alcuna ripercussione diretta sulla vita dei nostri concittadini d’oltre confine) ha dimostrato una voglia di partecipazione che molti non si aspettavano e il voto per corrispondenza ha aiutato a riempire le urne.
Tutti in viaggio quindi, con largo anticipo sulle prossime consultazioni elettorali: a giugno le Europee (dove però gli italiani all’estero saranno solo «portatori di voti» come dice il ministro Mirko Tremaglia) e nel 2006 le Politiche, dove per la prima volta entrerà in vigore la legge che istituisce la Circoscrizione estero: 12 deputati e sei senatori che, in base alla legge approvata il 20 dicembre 2001, devono essere cittadini italiani residenti all’estero.
E il centrodestra? Il carnet di viaggi elettorali della Casa delle Libertà al momento risulta un po’ sguarnito, a parte un lungo tour in Argentina di Tremaglia. «Non c’è bisogno di partire, si muove il ministero - risponde il ministro, che al voto degli italiani all’estero ha dedicato gran parte della sua vita -. C’è la tv di ritorno, ci sono i comitati tricolore, facciamo convegni con scienziati, imprenditori, artisti...». All’estero? «No, a Roma». Intanto però i parlamentari dell’Ulivo sono già in campagna elettorale... «Era ora che andassero all’estero, visto che per tanti anni si sono dimenticati degli italiani nel mondo. Ma non si illudano, vadano pure in giro a far propaganda, tanto noi stravinciamo».
Per le Politiche Tremaglia ha in mente una lista della società civile che porti in Parlamento un gruppo unitario degli italiani all’estero. «Sono solo 18, se si sparpagliano da un gruppo all’altro non conteranno nulla». Anche se le Europee «sfuggono» alle iniziative del ministero, Tremaglia non esclude una «leggina per il voto per corrispondenza», così da facilitare le operazioni. E, poiché dai registri dell’Aire mancano 700 mila nomi, il ministro promette: «Nel 2006 ci sarà un registro unico e completo».