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16 mar 2001Elezioni in Australia: rischio estrema destra

SYDNEY – Grande attesa in Australia per le elezioni. Dopo la vittoria laburista, che è seguita a otto anni di governi conservatori, in Australia Occidentale, e in vista delle elezioni federali in novembre, domani tocca allo stato del Queensland, nel nordest tropicale.
Il governo laburista di Peter Beattie, dopo un’”epurazione” di parlamentari e dirigenti di partito, accusati di frode lettorale, spera in un secondo mandato. Tre deputati laburisti, incluso l’ex vice premier, sono stati costretti a dimettersi, lasciando il governo senza una maggioranza. Oltre 360 candidati si disputano gli 89 seggi nella Camera unica ed i grandi partiti sono preoccupati per il partito di estrema destra One Nation, tornato alla ribalta dopo un periodo di emarginazione.
Peter Beattie e il leader dell’opposizione conservatrice Rob Borbidge dedicano la vigilia elettorale alle ultime interviste nei media, mentre la leader di One Nation, Pauline Hanson non dichiara preferenze tra i due poichè il suo ruolo consiste nel “lavorare con ambo le parti per assicurare un buon governo”.
Il partito xenofobo di estrema destra One Nation si oppone all’immigrazione dall’Asia e al “trattamento speciale” per gli aborigeni, e rivendica il diritto di portare armi. Dopo quasi tre anni di silenzio la sua fondatrice, la rossa (di capelli) Pauline Hanson, ex negoziante di pesce fritto e patatine, dimostra ancora che la sua politica razzista è una forza di cui tenere conto nel panorama politico del Paese, dato che fa leva sullo scontento dell’Australia rurale verso la classe politica e le grandi città, specie in vista delle elezioni federali di novembre, quando la coalizione di liberali e di nazionali-agrari (questi ultimi in diretta concorrenza con One Nation) chiederà un terzo mandato di governo.
Mercoledì, Pauline Hanson ha lanciato la sua campagna per le elezioni di domani in Queensland, chiedendo un referendum per la pena capitale ai trafficanti di droga, minori requisiti di istruzione per entrare nella polizia e l’espulsione di tutti i boat people che fanno domanda di asilo.


 
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